Recensione a cura di Dario Brunetti
La collana Giungla Gialla, brillantemente curata da Fabrizio Carcano per la casa editrice Mursia si assicura un noirista del calibro di Diego Collaveri, che dopo l’ottimo romanzo Fango uscito con la casa editrice La Corte editore, regala al lettore un’altra imperdibile e al tempo stesso inquietante storia.
Nel silenzio della notte, il suo ultimo lavoro letterario che si concentra su un tema forte quanto scottante che ha riempito le pagine della cronaca nera : la tratta delle badanti moldave.
In Italia queste donne da compiere il lavoro di badanti e accudire la gente anziana cercando di mantenere figli e genitori rimasti al loro paese, si ritrovano a commettere furti oppure a prostituirsi.
Il romanzo di Diego Collaveri ambientato nella sua Livorno, è un noir costruito con mestiere dall’autore, che riesce a focalizzare l’attenzione su un problema fin troppo attuale, mettendoci la giusta dose di suspense e di colpi di scena per catturare l’attenzione del lettore, fornendo una storia avvincente con dei protagonisti tutti da scoprire.
Claudia Draghi è un ispettore di Polizia di fresca promozione da un passato piuttosto tormentato, farà amicizia non proprio nell’immediato, con la sua vicina di casa Dina, un’anziana peperina fin troppo curiosa e che alla sua veneranda età ha ancora la passione per il brivido e per i buoni romanzi gialli.
Quando sparirà la sua badante moldava Mihaela, si improvviserà Miss Marple per capire che fine ha fatto la povera ragazza, intanto gli inquirenti trovano resti umani di ben tre ragazze che han cercato di sciogliere nell’acido.
Un’esecuzione che sembra essere il marchio della malavita organizzata.
Cosi nasce il sodalizio tra la signora Dina e Claudia Draghi, che dovrà difendersi dalle grinfie dell’antipatico questore Niccolini che non le darà tregua, cercandola di osteggiare per la sua mentalità sessista che si ritrova e che mette la ragazza in difficoltà.
Ma l’ispettore non è una persona arrendevole e cercherà di dimostrare tutte le sue capacità, grazie anche al supporto di un poliziotto scomodo e senza peli sulla lingua, come Luciano Martelli che affiancherà al meglio la ragazza in un’indagine particolarmente piena di insidie.
Ragazze clandestine rese schiave da un’organizzazione criminale sono le cosiddette “donne invisibili” a cui viene negato il diritto di vivere con dignità, diventando le vittime senza voce della violenza spesso taciuta.
Un romanzo che gode di un buon impianto narrativo, con dei personaggi ai quali l’autore ha cercato di tratteggiarli con cura e al meglio, un compito per la verità non proprio facile soprattutto in questo contesto letterario.
L’anziana Dina che è la figura chiave della storia, gioca il bello e il cattivo tempo, diventandone un personaggio imprevedibile e spigoloso per la figlia Roberta, con la quale ha un rapporto difficile e nell’indagine, perché se da un lato si dimostra perspicace, dall’altro rischia di mettersi solo nei guai. Un personaggio un po’ troppo sopra le righe e leggermente forzato che forse tenta invano di oscurare gli altri ?
Lasciamolo decidere al lettore, alla fine ben che vada non può che giovarne la trama, che si avvale di una scrittura fluida con un ritmo serrato da mantenere alta lo sviluppo della storia.
Livorno, ancora una volta si tinge di rosso sangue e se i lettori vanno alla disperata ricerca di un noir tosto, crudo, penso che Nel silenzio della notte può essere il romanzo giusto.
Buona lettura !