Morte di un ebreo a Venezia è il quarto romanzo dedicato al commissario Enzo Fellini, grazie alla pregevole penna di Nathan Marchetti.
La città dell’acqua, come viene definita Venezia è la protagonista indiscussa della fortunata serie dedicata a questo personaggio.
Enzo Fellini è stato a un passo da rischiare la vita a causa di un terribile incidente frontale con la sua auto, è indebolito, privo di forze e su una sedia a rotelle. Provato dal punto di vista emotivo ricorre ad ansiolitici per lenire i dolori fisici e psichici sembra conoscere una sola parola: Xanax.
Cosa può dare energia a Fellini? Il lavoro anche quando dovrebbe restare a riposo assoluto.
L’assassinio di Leon De Donno, uno scrittore ebreo, cattura l’attenzione del commissario, un killer denominato Il Mostro sembra seminare il panico nell’affascinante Venezia.
Il romanzo è concentrato sulla figura di Leon De Donno, diventato uno scrittore di grande successo che impone alle case editrici la traduzione in qualsiasi lingua, escluso l’italiano. Tutto inizia con un pacco bomba scoppiato a Losanna, da parte di un antisemita, dove lui si era rifugiato per continuare a trovare la verve di brillante narratore, decide così di trasferirsi a Venezia dove la morte lo attenderà inesorabile. Un’esecuzione in piena regola decreta l’inizio di un’inquietante indagine che coinvolgerà gli inquirenti, compreso il claudicante commissario Fellini.
La religione e la fede sono le tematiche sulle quali si concentra il nuovo romanzo di Nathan Marchetti, infatti si consumano delitti nel giorno del Kippur, che per gli ebraici rappresenta la festa dell’Espiazione in cui solo i pentiti vedranno la luce del perdono e quindi saranno liberati dalle loro colpe.
La preghiera e la meditazione sono fondamentali nel giorno della ricorrenza.
C’è la figura tenebrosa del Mostro a far calare il sipario su questa importante festa religiosa. Ma qual è il movente che decreta l’inspiegabile regolamento di conti? Avrà forse il sapore amaro della vendetta?
Un giallo ben costruito dall’autore veneto che ha saputo trattare un tema così delicato avvalendosi di un taglio decisamente ironico, dando quel giusto tocco di leggerezza alla storia, una scelta che risulterà efficace e azzeccata.
Le figure femminili accanto al buon Fellini, si sa non mancano mai, la moglie partenopea Dora, la novella questora di Venezia Erika Croce, la vicequestora Mahaila “Raffaello” Ferracuti, il medico legale Nora Paoletti ad allietare e ad ammorbidire i dialoghi serrati del romanzo, donne che rivestono un ruolo di primaria importanza nella vita del commissario.
L’inconfondibile stile dell’autore premia ancora una volta una trama ben strutturata con un protagonista diverso dalle storie precedenti, ci sono eventi che possono stravolgere la vita di una persona e ci sono cose o situazioni che forse non torneranno mai più come prima.