Genere:
L’UOMO SENZA SONNO
Secondo dopoguerra. Bruno ha tredici anni e vive in un orfanotrofio vicino a Salerno, sottoposto alle continue angherie degli altri ragazzi. Solo l’amicizia con Nino, il nuovo arrivato che prende a difenderlo, riesce a rendere tollerabile la sua permanenza nell’istituto. L’estate porta con sé un momento di libertà per tutti i ragazzi: Bruno e Nino saranno scelti per andare a lavorare insieme nella tenuta degli Aloia, una ricca famiglia del circondario. È qui che Bruno conosce Caterina, una strana bambina che vive all’ultimo piano della casa e che lo guida a esplorare i recessi dell’imponente edificio. Il gioco assume però ben presto contorni sinistri: Bruno inizia a essere tormentato da incubi inspiegabili, che al risveglio lo lasciano profondamente spossato. Il ritrovamento, all’interno della proprietà degli Aloia, di alcuni cadaveri in avanzato stato di decomposizione, getta sulla villa e su chi la abita ombre inquietanti. A chi appartengono quei corpi? E perché tutti sembrano a conoscenza di qualcosa che non deve essere rivelato? Questo romanzo è la storia di un’amicizia, di ricordi spezzati e di un brutale assassino che si nutre di paure. È la storia di Bruno e dell’estate in cui divenne l’uomo senza sonno.
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Recensione a cura di Manuela Fontenova

“De numquam dormientibus.

Quelli come lui non dormivano mai realmente. Vivevano in uno spazio senza tempo in cui i buoni e i cattivi coesistevano in un equilibrio precario”.

Il ritorno in libreria di Antonio Lanzetta non poteva essere più esplosivo. Un romanzo ricco che attinge da più generi andando a stimolare le reazioni più disparate nel lettore. Emoziona, spaventa, fa piangere e fa tremare. Mi è capitato di leggerne qualche pagina di notte e di aver avuto paura a ritrovare la strada del letto. Vi chiederete che genere sia ma non è facile dare una risposta, lo stesso autore ne parla come di un mix tra thriller, horror e romanzo di formazione e non posso che trovarmi d’accordo con questa definizione articolata.

Leggendo il romanzo ho avuto la sensazione di imbattermi in mille storie, mille piani spaziali e temporali, un continuo frapporsi di realtà: sogno o sovrannaturale? Perché la storia di Bruno non è banalmente la storia di un tredicenne orfano che in un’estate del secondo dopoguerra viene scelto a lavorare come tuttofare in un’antica e maestosa villa cilentana.  No, questa è la storia di un predestinato, di un ragazzo e poi di un uomo segnato da un avvenire inevitabile:  una sensibilità troppo acuta per poter uscire indenne  dal soggiorno a Villa Aloia, la consapevolezza del pericolo di poter sentitre e vedere oltre e l’incontro con il “male” che segnerà il punto di non ritorno per Bruno, L’uomo senza sonno.

Villa Aloia è la promessa di un posto pulito e accogliente, di una pausa dalla violenza dell’orfanotrofio, ma la casa vive (e non solo per i dei due custodi che se ne occupano), vive delle presenze che si percepiscono, delle visite di Caterina, una strana bambina che passa tutto il giorno nella sua stanza .

La casa vive, la casa parla a Bruno che sogna e vede, si spaventa e intuisce il pericolo: perché nel giardino c’è un esercito di statue in legno che stringono nelle mani degli uccellini? Perché Zeno Aloia, unico erede dell’antica famiglia ha scelto di trasferirsi in America?

Raccontata così sembra vi stia parlando di un horror e invece no, ci sono dei cadaveri, ci sono delle indagini e la parte thriller è molto presente nella storia, un perfetto equilibrio che devia il lettore facendo crescere la curiosità pagina dopo pagina.

La prima parte del romanzo è abbasta pacata, quasi lenta ma in accordo con l’atmosfera che regna nella vecchia proprietà: è una fase di scoperta, personaggi e situazioni iniziano ad affacciarsi nelle giornate di Bruno, che si fa sempre più sospettoso. Ma è una calma apparente perché improvvisamente la narrazione decolla, si fa incalzante come quella sensazione di paura che non abbandona mai il lettore, che continua a chiedersi dove sia il confine tra sogno e realtà.

Tra i tanti pregi di questo romanzo, ho particolarmente apprezzato lo spazio lasciato all’interpretazione: ognuno può trovare una sua chiave di lettura, le forze in gioco non sono poche e andando avanti con la storia, mi sono ritrovata a dover dare un senso o un significato ad alcune cose. Sono giunta a una mia personale spiegazione, che mi appaga e mi fa sperare che l’autore voglia tornare a parlarci del mistero che ha scoperchiato a Villa Aloia.

Quando ho iniziato a leggere L’uomo senza sonno mi aspettavo una grande storia, una scrittura curata e personaggi indimenticabili. Ho trovato tutto questo e anche qualcosa in più: la conferma di un talento. Antonio Lanzetta è un autore di altissima qualità, può saltare tra i generi senza perdere un colpo, può parlare di cadaveri e di “presenze” senza perdere coerenza e credibilità.

Un romanzo e un autore che consiglio a tutti, con il mio personale augurio di leggere presto un’altra sorprendente storia.

Genere: Thriller

Copertina rigida: 384 pagine

Editore: Newton Compton Editori (7 ottobre 2021)

ISBN-10:

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L’uomo di casa – Romano De Marco

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