L’UOMO DEL TEMPO
Sophie è reduce da un licenziamento e da una separazione difficile. Ormai disoccupata, tenta di sbarcare il lunario cercando un impiego che la aiuti a garantire un futuro più roseo per sua figlia Margot. Un giorno ha la possibilità di fare un colloquio con l’agenzia “Il Est Temp”. È un lavoro strano, quello che le propongono, un lavoro da cercatrice che fin da subito presenta delle incognite. Dovrà ritrovare quattro orologi, gioielli di rara fattezza e precisione: uno a forma di cervo volante, uno a forma d’ape, uno a forma di farfalla e uno da taschino. La prima persona da cercare è Henry Ergas, il quale le racconta che tutti gli orologi hanno un potere nascosto. Nonostante non sia un impiego cristallino, Sophie non ha niente da perdere e accetta iniziando così una vera e propria lotta contro il tempo che la porterà a essere la pedina di un gioco fatale.
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Se non avete mai letto i romanzi di Roberto Gassi vi darò io almeno tre buone motivazioni per iniziare. La prima è sicuramente il genere anticonvenzionale che propone: è thriller, fantastico, “pulp”, a volte sentimentale, restio a ogni sorta di etichetta o classificazione. La lettura è un po’ come un giro sulle montagne russe, con una benda sugli occhi però… la trama è sempre dettagliata e ricca di elementi sorprendenti, le conclusioni mai banali e scontate, l’adrenalina sempre alle stelle.
La seconda motivazione è legata ai personaggi: ma dove li trovate dei tipi così? Che siano uomini o donne, le figure che popolano i romanzi di Roberto sono anime dalle mille sfaccettature, hanno risorse inimmaginabili, sentimenti potenti ed è impossibile non sentirne la voce durante la lettura. Non parlo solo di suono (se maschile, io immagino un tono profondo, graffiante per il sigaro sempre acceso e gli strappi della vita) ma di voce interiore, dei pensieri che arrivano al lettore prima ancora che siano le parole a suggerirli, del film che si proietta nella mente immaginando fotogrammi in tonalità seppia.
Io mi sarei lasciata convincere già alla prima ma non voglio lesinare sulle qualità dell’autore e punto al rialzo con la scrittura: incalzante, imprevedibile, curata e cucita addosso ai personaggi. Ricca di dialoghi ma non solo, i monologhi in cui i vari protagonisti raccontano la propria storia sono avvolti da un alone magico e misterioso, ci si perde tra gli aneddoti, le incredibili avventure, gli amori sconfinati e le grandi sofferenze patite.
L’uomo del tempo, uscito a maggio per Les Flâneurs Edizioni è per me la conferma di un raro talento e di un’invidiabile fantasia. La storia ruota attorno a degli orologi, tre a forma di insetto e uno a cipolla. Quattro oggetti di misura di un tempo che può essere domato o ingannato, un tempo che può uccidere o regalare una dannata eternità.
“Un orologio a forma di cervo volante per tornare nel passato, uno a forma d’ape per viaggiare nel presente, uno a forma di farfalla che apre una finestra sul futuro. Un quarto, un orologio da taschino, una cipolla, per illudere il tempo…”
Una donna disperata che accetta un lavoro, trovare gli orologi. Un uomo stanco di vivere, Henry Ergas che le racconterà una storia al confine con la realtà e farà di Sophie una “cercatrice”. Così inizia la mirabolante avventura della nostra eroina: New York, Budapest, Romania, un viaggio spericolato per assolvere a un compito pericoloso e sempre più difficile da comprendere. Qual è il costo da pagare per una vita dignitosa? Questo si chiede Sophie che anni prima ha abbandonato una promettente carriera d’attrice per un uomo che ha sempre mal digerito il suo successo. E Patricia? Ah! Vorrei tanto parlarvi di lei ma lascio che siano le parole di Roberto a presentarvela
“Mi chiamo Patricia Zebrinski. E sono venuta qui a prendere quello che mi spetta! Patricia tirò fuori la pistola da sotto la giacca, puntò l’arma dritta davanti a sé e…”
A voi il piacere di scoprire cosa accadrà perché ne vedrete delle belle! Di buoni motivi per leggere il romanzo ne ho dati tre ma potrei trovarne molti altri e, spero che seguendo il mio consiglio, riuscirete ad apprezzare quanto me la scrittura di uno degli autori più innovativi e originali del genere non genere che mai riusciremo a definire.
Chapeau Roberto!

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