Lunedì mi innamoro
In una luminosa mattina di dicembre Giorgio, giornalista milanese dall’indole solitaria, riceve su Facebook una richiesta di contatto che lo lascia interdetto. Arriva da Febo, l’amico inseparabile della sua giovinezza, morto da quasi trent’anni in circostanze che nessuno ha mai chiarito fino in fondo. Confuso e turbato, Giorgio accetta l’invito e inizia a chattare con lo sconosciuto nel tentativo di smascherarlo. Gli rivolge domande cui solo Febo potrebbe rispondere e non ci sono dubbi: di chiunque si tratti, sembra molto ben informato. È uno scherzo di cattivo gusto? Una trappola legata al suo lavoro? Oppure, ma è un’ipotesi del tutto folle, Febo non è mai morto? Per sciogliere l’enigma Giorgio si butta anima e corpo in un’indagine che lo conduce a ripercorrere la loro indelebile amicizia, fin dagli albori. Siamo a Pavia, nei primi anni Ottanta, fra i corridoi del collegio Fraccaro. Febo è brillante, carismatico, colto, tormentato. Ascolta la musica giusta, è uno spietato seduttore. Giorgio invece è un rustico e introverso figlio delle montagne, maldestro con le ragazze, legato alle sue radici ma in perenne fuga da sé stesso. Condivideranno i giorni migliori della loro vita: le notti che sembrano eterne e gli amori che durano un attimo, le canzoni che non si scordano e le disquisizioni su Dio, la libertà conquistata e subito persa nell’eroina. Si scopriranno così diversi da essere identici: nei sogni, nell’idea che tutto può ricominciare, nel nascondere al mondo le fragilità del proprio cuore. Nell’avere amato la stessa donna, senza esserselo mai detti. Una storia di fratellanza che si legge d’un fiato, una struggente ode al tempo che scorre ma sa custodire i beni più preziosi. E un mistero che si dipana fino a un colpo di scena sorprendente
Fin lì, realizzai, mi ero ritrovato a vivere immerso nei ricordi, o proiettato in mille futuri possibili. Ma come privo di un presente

“Lunedì mi innamoro” è un libro di formazione, delicato e ricco di sentimenti. Giorgio, giornalista, un giorno, inaspettatamente, si ritrova a fare i conti con il proprio passato. Una richiesta di amicizia su un social lo fa ritornare ai suoi vent’anni. Chi si cela dietro la richiesta di amicizia? È una storia legata alla sua professione? Qualcuno dal suo passato? C’è un mistero da risolvere, mentre Giorgio si pone tutti questi quesiti, impariamo a conoscerlo, lo vediamo nella sua valle, leggiamo dei suoi dolori, della sua vita assieme alla nonna, del primo amore, degli anni dell’università. La sua importante amicizia con Febo, il collegio, lo sport, le ragazze. Il sogno di diventare giornalista che si realizza tardi, i temi sociali che lo interessano ma che non attirano i lettori, come gli dice il suo direttore.

Giorgio prova a tendere qualche tranello alla persona che si cela dietro una foto ma i riscontri ci sono e la sua inquietudine aumenta fino all’incontro voluto e temuto. Da questo incontro la sua vita cambierà totalmente e lo spingerà a riappacificarsi con il passato.

Fovanna, come nei precedenti libri, anche in questo mantiene la sua scrittura semplice, fluida e diretta. Leggendo mi ha accompagnato una sensazione di malinconia pensando alla vita di Giorgio, provato fin da giovane da grandi dolori, da adulto come in attesa di qualcosa capace di modificare la sua vita. Il racconto si dipana in due piani temporali in un avanti e indietro che mentre svela chi è Giorgio nel presente, ci mostrano il suo mondo, la sua crescita, i suoi amori, il suo buonsenso, le sue aspettative. Immergetevi in questa lettura con mente e cuore aperti.

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