Recensione a cura di Marianna Di Felice
Da quando ho iniziato a leggere il libro non volevo più lasciarlo! La storia che stavo leggendo si insinuava nella mia mente facendo si che potessi ragionare, durante le azioni quotidiane, sulla perigliosa situazione nella quale si trovava Manuela Cortese. La narrazione riprende le sue radici da delle reliquie ricavate dalla croce imbevuta del sangue di Gesù che cinque Templari creano. Loro si promettono di combattere il male e di assicurare quella lotta in eterno grazie ai Discendenti. Una storia eterna che non avrà mai fine, dove persone coraggiose hanno subito, anche se ben volentieri, un duro allenamento per poter sconfiggere gli avversari che si son fatti plagiare dal male. Il male naturalmente si insinua in ogni casa, in ogni luogo e in ogni lavoro che sia di basso livello fino ad arrivare molto in alto. Persone sadiche attirate da riti satanici, sangue, morte e torture che si alleano ben volentieri con la parte più maligna. La Cortese era sola, nessun aiuto poteva arrivare da persone come lei decimate durante gli anni da coloro che i Discendenti chiamavano Abra e Xaba e che identificavano i maligni. Un solo metodo per riconoscerli! Il crocifisso che si riscaldava anzi che ustionava il Discendente per avvertirlo del pericolo. Seppure Manuela, come anche i suoi colleghi, erano preparati per affrontare le schiere perfide, non potevano sapere cosa architettassero per far si che non si scoprisse il nemico attraverso il calore. Così Manuela che prima rischiava ben sapendo dove fossero i nemici, si ritrovò all’ultimo a fare i conti con qualcuno che non avrebbe mai potuto far riscaldare la croce. Una storia che non dà tregua al lettore e che il lettore non riesce a posare senza sapere cosa succede nel capitolo successivo. Una storia che si divora in poco tempo e che rimane nella mente del lettore anche dopo aver finito il libro anche perché la spontaneità e la semplicità dell’autore nel comporre una trama ingarbugliata e brillante attraverso una scrittura per nulla affettata, ma al contrario genuina , fa si che il lettore rimanga entusiasta di ciò che ha letto. L’autore nei colpi di scena inserisce anche l’ennesimo che chi legge, almeno per me è stato così, forse non si aspetta e fa scendere in esso lo sconforto e la tristezza che equipara lo stato d’animo del personaggio principale. C’è anche un personaggio, tra tutti, che desta l’interesse del lettore ed è Drago, capirete chi è leggendo il libro. Perché da un personaggio del genere ci si aspetta un comportamento diverso per come sono etichettati quelli come lui o per come è descritto Snake, invece quel personaggio si trova in un contesto non proprio suo anche se fa il suo lavoro sempre a pagamento. Snake inoltre ha una storia, nel senso che è diventato così perché è stato bullizzato da piccolo e questo argomento è decisamente fresco o almeno da un po’ di anni a questa parte non si riesce ad archiviare perché se prima erano i ragazzini adesso anche i bambini bullizzano i più deboli. In conclusione è una storia che rileggerei di nuovo appena passa un po’ di tempo perché è un piacere averla sotto gli occhi!