Recensione a cura di Dario Brunetti
L’omicidio di Valle Giulia è il nuovo romanzo di Antonella Di Fabio uscito per la Fratelli Frilli editori. Dopo l’esordio con il romanzo Un rifugio perfetto, ritroviamo la sua protagonista Flavia affiancata dai suoi amici Clara e il commissario Giovanni Porta indagare su un cold case che risale al 1° marzo del 1968, giornata storica in cui a Roma scoppiò la battaglia di Valle Giulia.
Una pagina importante della storia del nostro paese che vide quattromila persone (per lo più studenti) marciare presso la Facoltà di Architettura e scagliarsi contro le forze di polizia.
Per sfuggire alla guerriglia, Michele Proietti di professione elettricista trova rifugio in casa Dominici dove tempo prima aveva eseguito dei lavori. Ad ospitarlo è Laura, che presto verrà ritrovata morta e suo marito Edoardo ferito. Michele verrà accusato di omicidio e di furto di gioielli.
Ma un uomo in fuga a seguito di scontri di guerriglia urbana come poteva intrufolarsi in una casa e compiere un delitto? Eppure Michele è l’unica persona che è stata vista entrare in quel condominio e sul luogo del delitto sono state rivenute proprio le sue impronte! Per gli inquirenti Michele Proietti è l’assassino di Laura Dominici ed è colpevole di aver aggredito suo marito Edoardo. Michele sarà custode di una documentazione affidata a sua moglie.
Un carteggio di cui anni dopo si impossesserà sua figlia Luisa per difenderlo dai reati di cui si dichiarerà innocente e che affiderà a Flavia (sempre in compagnia del suo fido golden retrievier) e Clara che le offriranno sostegno. Le due ragazze fanno parte di un’associazione che va in soccorso di coloro i quali sono vittime di malagiustizia e di errori giudiziari.
Dal momento in cui le ragazze entreranno in possesso del carteggio chiameranno in causa il commissario Giovanni Porta cercando di trovare elementi in favore di Proietti necessari per far riaprire il caso a distanza di anni. Bisognerà effettuare un’indagine certosina e capillare cercando di ricostruire la vita di quella palazzina e dei suoi condomini, ma soprattutto scavare nella vita di Laura e di Edoardo che sembra presentare delle ombre.
L’autrice costruisce una trama accattivante nel suo sviluppo e affronta con delicatezza tematiche giornaliere assai spinose che non intendo svelare per non far perdere al lettore quel retrogusto un po’ amaro della storia.
La Di Fabio sceglie una narrazione lineare dai toni morbidi e non incisivi per gli argomenti trattati, una scelta stilistica che a mio avviso non va nemmeno tanto giudicata e messa in risalto dal lettore che non dovrà essere nient’altro che spettatore interessato degli eventi che andranno a stuzzicare la curiosità di sapere cosa è realmente accaduto in quel condominio.
Un grido di speranza di una figlia che cerca la verità per liberare un padre vittima di un processo ingiusto, un omicidio al quale non si è attribuito il vero colpevole saranno gli elementi che andranno a cercare di impreziosire un noir di buona fattura scritto con garbo ed eleganza.
I tanti personaggi presenti nella storia non han permesso forse all’autrice di caratterizzarli al meglio, a discapito di un’indagine affrontata col giusto piglio rispettando le regole del buon giallo che servirà al lettore la buona dose di mistero.
Il romanzo è entrato in nomination del Premio Strega 2024.