Definizione di “livore”: sentimento di invidia astiosa e maligna, rancore velenoso.
Livore, o meglio Livid, come è il titolo originale di quest’ultima fatica della prolifica Patricia Cornwell, ad indicare un risentimento profondo, covato intensamente, un rancore che diviene atto distruttivo, furia, omicidio. Miei cari, qua siamo nel mio territorio, e la criminologa scrivente trova pane per i suoi denti; del resto la Cornwell, col notevole esordio di Postmortem, passando per il riconoscimento ottenuto con Insolito e Crudele (vincitore Gold Dagger Award 1993), rappresenta una delle madrine del genere medical thriller, con una penna affilata come un bisturi, nelle sue trame ricche di dettagli autoptici, a volte ridondanti ed eccessivamente tecnici, ma sicuramente affascinanti per chi è amante di questo filone letterario. Torna Kay Scarpetta, qui alle sua ventiseiesima avventura, l’anatomopatologa dalle origini italiane più celebre, così come lo scorbutico agente Pete Marino e la cervellotica ma geniale Lucy Farinelli. Qui dovranno vedersela con delle misteriose morti ad opera di un ineffabile killer che agisce servendosi di un’arma a onde elettromagnetiche: una morte che giunge silenziosa, devastante, meccanica.
“Ama stare per conto suo e vivere la propria realtà deviata. Il suo comportamento compulsivo si aggraverà man mano che perderà sempre più il controllo…E’ come un assassino per libidine in preda a una furia distruttrice”: I thriller della Cornwell sanno sempre distinguersi per la veridicità delle storie sul piano anche prettamente criminologico e medico-legale, dal profilo degli assassini, ai dettagli autoptici, all’analisi della scena criminis. E’ il caso di dirlo, la sottoscritta è cresciuta tra le nere pagine di regine del delitto come Agatha Christie, Kathy Reichs e Patricia rimane una valida esponente del genere. Livore è un romanzo solido, arranca un po’ per poi divampare nel finale, non presenta pregi di spicco, né difetti, è un pregevole medical thriller, che non si dilunga tediando il lettore, pur non emozionando particolarmente. Niente rancori per l’autrice, rimanendo in tema, ma nemmeno applausi.