Trama
Ambientate negli anni Settanta tra la Germania e la Calabria, queste pagine accolgono due voci molto diverse, che si rincorrono una dopo l’altra per narrare una storia dura e dolorosa. La prima è quella di Francesco, un professionista in carriera, figlio di emigrati italiani a Bonn. Quest’uomo serio e sensibile è un interprete e riporta ai lettori in modo accorato una vicenda che lo ha visto protagonista. Si parte dal resoconto di un’esperienza di viaggio nel Sud Italia con i membri di una corte d’assise tedesca. La seconda voce narrante è Santina, una donna di Crotone, che racconta di sé e della sua disgraziata esistenza, fin dalla sua infanzia. Cresciuta nella miseria e nell’ignoranza, sposerà poco più che adolescente Michele, da cui avrà cinque figli, che tuttavia sarà costretta ad allevare da sola. Nel nucleo di questo romanzo c’è un omicidio, con un colpevole fin troppo facile da trovare e condannare. Ma a fare da contraltare c’è anche un’attenta, minuziosa e generosa ricerca della verità che restituisce speranza e fiducia nel tratteggiare un caso di reale ‘buona giustizia’.
Voce di Eleonora Centonze
[bandcamp width=100% height=120 track=1215968798 size=large bgcol=ffffff linkcol=0687f5 tracklist=false artwork=small]
Recensione a cura di Eleonora Centonze
Sono tanti e diversi i sentimenti che accompagnano ed animano la lettura di questa storia. Nascono dai fatti narrati, dalle immedesimazioni, da dettagli che richiamano vite ascoltate, che fanno riflettere o che a volte non lasciano il tempo di riflettere, scuotendo, istintivamente, la parte più viscerale di noi.
L’emigrazione è un contenitore di vite che non lascia scampo, anche quando porta con sé un finale glorioso. Si emigra per necessità, mica per piacere. Ci si ritrova emigrati per scelta dei propri genitori, ci si sposta per seguire un istinto di sopravvivenza. L’emigrazione, a volte, la si subisce, pur non emigrando. Succede quando qualcuno di caro parte, quando le storie si interrompono per la distanza, quando questo fa sfuggire di mano la quotidianità. Il Sud Italia ha i mille volti dell’emigrazione, di chi ce l’ha fatta, nonostante tutto, e di chi, dall’emigrazione ha preso solo botte. Si cerca di ricucire i pezzi, di recuperare frammenti della precedente vita, ma alla fine sono i luoghi dove si vive quelli che fanno da scenario alla nostra vita. La lontananza allontana.
Francesco è italiano di sangue, tedesco di adozione. Un personaggio capace, pieno di risorse, desideroso di inseguire i propri sogni: uno che all’ “estero” ce l’ha fatta, ma che non ha rinunciato alla propria umiltà. Lavora come traduttore legale e, contemporaneamente, aiuta i genitori nell’attività di famiglia “Casa Italia”. Il suo passato, in fondo, non lo ha mai abbandonato. Le coincidenze lavorative lo richiameranno nel suo paese d’origine; proverà a rinunciare all’incarico, ma l’incontro risulterà inevitabile. Ed un motivo c’è: lui è la persona giusta per questo caso da spiegare, più che da risolvere. Francesco sa cosa il suo passato può riportargli, conosce la dolcezza dei legami, fintamente dismessi. Tornerà in Calabria, in quei luoghi annoiati che spesso nel pettegolezzo ripongono una speranza di novità, che montano leggende, vuote dentro ma distruttive, che arricchiscono a tal punto i racconti da arrivare a crederci davvero. Francesco è puro. E’ una persona perbene.
Santina crede nell’amore, in quella specie d’amore devota e generosa. Lo dimostrerà verso il marito e verso i suoi figli, concedendosi, poco più che adolescente, ad uno stile di vita pieno di responsabilità. E’ un tipo d’amore che non chiede, che non si arrabbia se non viene contraccambiato, che continua a dare, aggrappandosi ad un concetto di famiglia tradizionale, sacro e da tutelare, un concetto quasi impossibile da sostenere di fronte a certe ingiustizie. Verrebbe da chiederle di reagire dai primi minuti, di aprire gli occhi, di arrabbiarsi con i figli per la loro ignavia, di reclamare rispetto. Verrebbe da rimproverarle l’accettazione di questa cultura maschilista, di obbligarla a mollare tutto e tutti e pensare a sé, prima che sia troppo tardi. Santina però sfida la sua pazienza, tocca il fondo della sua dignità e continua a scavare ancora; è una specie di Crocifisso attaccato da tutto e tutti. La sua solitudine disorienta, fa mancare l’aria. La sua impotenza soffoca le pagine del racconto. Eppure Santina brucia, di gelosia, di tenerezza, di coraggio. Nonostante le ingiustizie e le percosse, lei si rialza con il viso pulito. Nulla la macchia. La sua fedina resterà pulita. E’ una donna che lascia il segno, che si fa amare dal lettore, dalla Giustizia, che mantiene la sua integrità. Nonostante tutto, lei vince, e vince a testa alta, senza viscidi compromessi, senza bugie. Il suo coraggio distrugge la menzogna, la viltà, la furbizia, la cattiveria.
Francesco e Santina, uniti dal destino, anime belle, espressione della magnificenza di certi valori, paladini di onestà, portatori di un messaggio di speranza e giustizia, che può sembrare incredibile, ma del quale non dobbiamo mai smettere di raccontare, nel quale non dobbiamo mai cessare di credere.
Dettagli
- Genere: Narrativa
- Copertina flessibile: 132 pagine
- Editore: Les Flaneurs Edizioni (20 febbraio 2018)
- Collana: Bohemien
- Lingua: Italiano
- ISBN-10: 8899500991
- ISBN-13: 978-8899500993