Trama
Furio è un ragazzo come gli altri. Se non fosse che non ha molti amici, e che suo padre, il suo miglior amico, è un tifoso romanista incapace di ascoltarlo durante le partite della sua squadra del cuore. Furio rimarrebbe un ragazzo come gli altri, se non fosse che questa solitudine l’ha portato a crearsi un amico immaginario, una persona con cui parlare, e a cui chiedere consigli. Un amico immaginario però ce l’hanno molti bambini. Alcuni un orso, altri un coniglio gigante. Furio no. Furio come amico immaginario ha scelto un personaggio unico: Zdenek Zeman.
Recensione a cura di Gaudenzio Schillaci
“Il risultato è casuale, la prestazione no”.
Per chi non mastica di calcio, Zdenek Zeman è un nome che ogni tanto avranno sentito di sfuggita, come quello di un qualche filosofo russo padre di chissà quale corrente di pensiero o di un qualche politico slavo così lontano dalla nostra Italia. Per gli altri, invece, quelli che al dio Eupalla hanno sacrificato domeniche pomeriggio e mercoledì di coppa, Zeman è un divisore invalicabile: o lo si ama o lo si odia. Uomo di sport ancor prima che allenatore di calcio, siciliano di Cecoslovacchia (nell’agosto del ’68, ai tempi della Primavera di Praga, un giovanissimo Zdenek si trovava a Palermo in visita allo zio mentre i carri armati dell’URSS invadevano Praga: non farà ritorno mai più), sul finire degli anni ’80 ha sconvolto il gioco dando un’impostazione tattica estremamente offensiva, in piena rottura con la tradizione italiana. Ha portato una piccola realtà come il Foggia alle porte dell’Europa con risultati roboanti come il 4-4 contro l’Atalanta, o l’8-2 subito dal Milan, per poi arrivare a un passo dallo scudetto con la Lazio, passare alla Roma (non proprio una scelta per deboli di cuore, considerata la rivalità tra le due sponde romane) e diventare una bandiera giallorossa. E poi tanto altro calcio, a Pescara o a Lecce, e una fama da cecchino per le numerose polemiche che lo hanno visto coinvolto nel ruolo di moralizzatore di un calcio che sul finire degli anni ’90 era sempre più lontano dai campi e sempre più vicino a banche e farmacie.
Cosa c’entra, allora, uno con quel nome e quella storia lì in mezzo alle quotidiane vicissetudini di un ragazzino normale, normalissimo, forse pure troppo, nato e cresciuto in una delle tante borgate di Roma?
Niente, apparentemente. Furio è figlio del proletariato, una famiglia semplice alle spalle e un mondo che si apre davanti ai suoi occhi da adolescente con troppa fretta per uno che, come lui, ha una timidezza che urla dentro di sé e che non riesce ad ammutolire. Si sente goffo, imbranato, senza alcun talento. Tifa la Roma perché è istituzione di famiglia, gioca a calcio perché è così che si fa amicizia alla sua età. Ed è proprio in quel momento storico in cui Zeman, dopo aver sfiorato l’apoteosi con la Lazio, decide di passare “dalla parte giusta” che inizia sostanzialmente questo “L’incoscienza di Zeman”, romanzo edito da Alter Erebus Press & Label, giovane realtà editoriale che si propone di unire la letteratura alla musica e di cui, siamo sicuri, sentiremo molto parlare. Se il padre di Furio, all’inizio diffidente, si lascia pian piano conquistare dall’allenatore boemo, il figlio farà di più: lo sceglierà come amico immaginario, mentore e maestro, e lascerà che le sue frasi enigmatiche lo guidino attraverso la scoperta della vita e del mondo.
Non lasciatevi ingannare dalla prefazione di Totò Schillaci e dalla presenza così centrale di Zeman, però: questa non è una storia per appassionati di calcio. O meglio, non solo. Madafferi, con una scrittura sarcastica, tagliente e precisa come un coltellino svizzero, riesce ad imbastire un vero e proprio romanzo di formazione dove la passione calcistica è soltanto un elemento tangenziale alla storia, il cui focus è invece concentrato sul percorso di crescita che Furio affronta per diventare un adulto e, solo a quel punto, emanciparsi per sempre dal suo amico immaginario. Tra party, ragazzine di cui innamorarsi, palloni da tirare forte verso il primo palo e viaggi in macchine tenute male e senza sedili, il mosaico che ne viene fuori è quello di un mondo vivo che sembra quasi di poterlo toccare, tanto è forte l’empatia che si stabilisce con il protagonista e le storie che si trova a vivere.
La storia di una vita normale scritta in una maniera esemplare, bilanciando bene le emozioni e le suggestioni, insomma, per un libro che vale la pena di far leggere sia a chi sta ancora vivendo quella fase della vita che a chi invece l’ha superata da un pezzo ma ha ancora voglia di commuoversi pensando ai suoi primi veri entusiasmi o di divertirsi pensando a certe figuracce che si possono fare solo quando hai quindici anni.
Perché, appunto, come Zeman insegna “il risultato è casuale, la prestazione no”, e la prestazione che offre questo romanzo è certamente di alto livello, come fosse un Roma-Milan 5 a 0 dei tempi che furono.
Dettagli
- Genere: Narrativa
- Copertina flessibile: 256 pagine
- Editore: Alter Erebus Press & Label
- Lingua: Italiano
- ISBN-10: 8894408639
- ISBN-13: 978-8894408638