Nella vita prima o poi il tanto agognato momento di gloria arriva: arriva con grandi promesse, con il pensiero della soddisfazione che illuminerà lo sguardo e abbellirà il sorriso. Peccato che immancabilmente arriverà anche la sciagura, la sfortuna quella nera che manderà a monte tutti i sogni fatti fino a quel momento. Se poi ci si mette il grecale che soffia rabbioso mettendo a rischio la Festa di san Vito, tradizione sacra per Polignano, il fallimento è assicurato: la statua del santo verrà portata per mare e poi trasportata in processione, ma il vento smetterà di agitare le onde?
Eccolo il tormento di Gino Clementi, maresciallo dei carabinieri che dopo tanti anni di servizio a Bologna torna finalmente nella sua Polignano; questa sarà la prima festa in veste di Comandante dell’Arma e il pensiero lo riempie d’orgoglio. Se solo questo vento si calmasse!
Nel mentre per le vie del paese tutto è in fermento, certe celebrazioni si aspettano un anno intero, sarebbe un sacrilegio non prendervi parte. E allora perché Matilde ha scelto proprio quel giorno per festeggiare il compleanno della nipotina Gaia? Non lo sa forse che alcuni eventi sono inviolabili? Ma certo che lo sa, solo che ha appena ristrutturato una masseria dove vive con il nuovo compagno Pasqualino, ex tuttofare dell’azienda Scagliusi e, l’inaugurazione della casa brillerebbe di luce riflessa così, un evento nell’evento insomma. Una festa per tutta la strampalata famiglia: Don Mimì e Ninella ormai fanno coppia fissa, dopo trent’anni di muto amore, ora vivono una seconda giovinezza. Damiano e Chiara si districano nella routine matrimoniale fatta di piccole scappatelle e un costante sottofondo di insoddisfazione. Lo zio Franco sembra, e dico sembra aver preso la retta via con la sua agenzia di badanti, e la zia Dora, veneta d’adozione (mica come quei meridionali dei parenti) ha finalmente il suo bel trullo, ma roba di classe intendiamoci e continua a tormentare il povero marito, lo zio Modesto.
Cosa potrebbe andare storto? Il grecale ha concesso una tregua, tutto è pronto per dar via alla processione, e in casa Scagliusi servono pietanze, rigorosamente preparate con il Bimby dalla preziosissima Adoración, la tata/cuoca/colf peruviana che Matilde ha assunto per la nipotina. Bella e sensuale, così abile da rendersi insostituibile che però viene ritrovata cadavere nel salotto della masseria: non ci sono dubbi, l’assassino è tra gli invitati alla festa.
Già ma a parte la famiglia, chi c’era quella sera? Padre Gianni che non ha potuto rifiutare l’invito di Matilde ma freme, freme perché deve tornare alla processione e teme anche le chiacchiere dei paesani. Chi ha già letto i romanzi precedenti ha avuto il piacere di conoscere questo simpatico personaggio, sempre pronto a dispensare consigli e a far da paciere: si può davvero sospettare di un servo di Dio?
L’ingrato compito è affidato al maresciallo Clementi che fortunatamente ha rifiutato l’invito della padrona di casa per presenziare alla processione: ma Gino non ha mai seguito un caso di omicidio, sarà in grado di gestire l’indagine? Ecco che arriva in aiuto la brigadiera Agata De Razza, salentina in trasferta, abilissima nel suo lavoro.
La forza di questo romanzo risiede, come tutta la serie che prende il via con Io che amo solo te, proprio nei personaggi: ritroviamo volti noti alle prese con la vita di tutti i giorni ma, il buon Bianchini ha innovato il tessuto narrativo della storia con due nuovi protagonisti che, oggettivamente, occupano quasi tutta la scena. Il maresciallo Clementi è una forza della natura, un uomo genuino, semplice e onesto, dedito alla famiglia e alla sua grande passione: il karaoke! Una bella cantata in canottiera nella sua cantina adibita a sala prove e si scioglie ogni dubbio… certo la parmigiana della moglie aiuta in certi casi! Che dire di Agata, giovane e formosa, amante del buon cibo e della sua terra; competente, di certo più del suo superiore con il quale finirà per formare una coppia esplosiva. Le atmosfere, i luoghi, l’ironia e i tanti sentimenti ai quali siamo stati abituati nei precedenti capitoli ci sono sempre, ma grazie all’elemento giallo l’autore è riuscito a dar vita a nuovi caratteri e così ha aperto la strada alle mille evoluzioni che i suoi personaggi potrebbero seguire nel tempo (e io me lo auguro che a questo ne seguiranno tanti altri): ha abbandonato la sua comfort zone per dare nuova linfa alla serie, mischiando generi e regalandoci apparizioni memorabili.
Promosso a pieni voti, la scrittura di Bianchini non delude mai!