Recensione a cura di Rita Colombo
Una Bologna né dotta, né grassa, né accogliente quella raccontata da Roberto Carboni nel suo settimo romanzo, “L’ammiratore” – forse il più ansiogeno e splatter dello scrittore emiliano – ma l’angosciante palcoscenico sul quale agiscono personaggi, fantastici, irreali, forse onirici.
Ritmo incalzante, che taglia il fiato, fatto volutamente di capitoli brevi alternati ad altri più lunghi, veloci cambi di scena e sequenze crudissime (anche troppo!).Trama complessa, giocata al confine tra sogno allucinato e folle realtà.
A metà tra il giallo e il nero ma decisamente rosso sangue. Da non leggere se si è deboli di stomaco!