Un coinvolgente racconto di un’amicizia tra un uomo non più giovane e prossimo alla pensione e un ragazzo di ventitré anni, con idee confuse riguardo al futuro.Un legame tra chi la vita l’ha già vissuta e, con rammarico, si rende conto che il passato non tornerà e colui che si affaccia alla vita con avidità e speranze.
Pietro Fenoglio, maresciallo, e Giulio fanno la loro conoscenza durante le sedute di fisioterapia. L’intesa è immediata e tra loro nasce una complicità che li porta ad aprirsi, a raccontare piccole e grandi storie di vita.
Perché “le storie non esistono se non vengono raccontate”.
Il maresciallo affascina il ragazzo con imprese di arresti, di investigazioni e interrogatori alla costante ricerca del vero.Giulio riesce ad aprirsi con il suo nuovo amico parlando della nonna adorata, ormai scomparsa, e del suo sogno di diventare scrittore.
Il romanzo si può definire un lungo dialogo, con accurate descrizioni che ci portano tra criminali e caserme e ci fanno “sentire” l’odore della morte.
Un incontro tra una persona che ha voglia di donare la sua esperienza e un ragazzo che ha sete di sapere, di conoscere e di cercare la sua strada.
“Bisogna stare ben dritti e guardare in faccia il mondo” è la metafora della vita, di come affrontare i problemi, senza calpestare le persone e cercando la verità non apparente,ma quella nascosta, quella che si cela dietro i gesti e le parole che vengono pronunciate, perché tutti mentono, anche quando non se ne accorgono.
Un lungo dialogo quasi filosofico, dove si viene invitati a porsi delle domande, a cambiare il punto di vista e a credere nell’importanza del pensiero, tutto per arrivare alla tanto agognata verità.
Una delicata amicizia, voluta dal destino, che accompagna il lettore in punta di piedi, con garbo e quasi con un sussurro.