Quando si crea un caso editoriale, un libro che scala tutte le classifiche di vendita, che tutti hanno letto e di cui tu, alieno sul pianeta terra, non conosci nemmeno l’esistenza, lo compri per entrare in sintonia con i tuoi simili, per avere un ulteriore argomento di discussione. Tanto più che è un bestseller, osannato dalla critica, presentato come un’ opera imperdibile… Avete presente quelle cose chiamate operazioni commerciali? La (mia) verità sul caso Henry Quebert è che in questo caso ci siano riusciti! Tanto di cappello.
Nel 1990, David Lynch e Mark Frost idearono una serie televisiva in cui, ossessionati dall’interrogativo “Chi ha ucciso Laura Palmer?”, milioni di spetttori sono rimasti incollati per mesi alla TV in attesa della sorprendente rivelazione. Tutti erano sospettabili, si cercava il solo colpevole e, attraverso un’alternanza di flashback, puntata dopo puntata, veniva ricostruita la storia della sventurata ragazza.
Ebbene, ho la sensazione che 23 anni dopo, un qualcosa di simile sia stato proposto dal giovane Joël Dicker che, per 779 tediose pagine, tiene in sospeso il lettore attraverso la domanda “Chi ha veramente ucciso Nola Kellergan,?” . Per carità non fraintendetemi, non sto dicendo che il romanzo sia totalmente da buttare. Tuttavia occorre sottolineare come l’indagine condotta dallo scrittore, protagonista del romanzo, sia imbarazzante a voler esser buoni (non parliamo poi del poliziotto che lo segue). La struttura del romanzo si può schematicamente riassumere così:
– Prime 200 pagine : Wow
– Seconde 200 pagine : bè, insomma…
– Terze 200 pagine : Ma siamo sempre all’inizio…
– Ultime 176 pagine : ma quanto manca alla fine?
In periodo estivo, un taglio di buone 400 pagine avrebbe giovato al lettore e al peso della sua borsa mare. Volutamente non ho nominato nessuno dei personaggi in quanto la loro anonimità, la loro parziale caratterizzazione a parer mio, li farà velocemente sparire dalla memoria di chi ha letto questo romanzo. Se per anni ci siamo chiesti “Chi ha ucciso Laura Palmer?”, dubito che l’estate prossima qualcuno possa ancora ricordare il cognome di N-O-L-A (il nome è ripetuto troppe volte, forse all’estate prossima ci arriva!).
L’eccessivo utilizzo del colpo di scena alla fine, scredita ancor di più il finale, anche se credo che, visto che ci si arriva esausti, il colpevole potrebbe essere chiunque, anche il lettore stesso pur di porre termine alla lettura del mattone.
Votazione : 2/5
Una risposta
Oh no! Che delusione! Dal titolo ho sempre pensato “carino, lo metto nella lista di libri da leggere” ma ora ho qualche ripensamento 🙁
A volte questi “casi letterari” sono davvero un bluff