Recensione a cura di Elio Freda
Cercherò di essere quanto più “polite” possibile nello scrivere il mio personale commento ad un romanzo per cui sono stati scomodati autori come Wulf Dorn e Stephen King, lanciandosi in paragoni che definirei assurdi. D’accordo, i libri hanno la stessa forma. Qui finiscono le analogie.
Il fatto è che mi risulta veramente difficile scrivere di un romanzo di cui non mi è rimasto niente altro che 2,50 euro (prezzo che una libreria che tratta usato ha stabilito valere) o meglio della sensazione che il gusto pistacchio mi ha lasciato in bocca (cono medio nocciola e pistacchio).
Avrete capito dall’incipit (spero) che il romanzo di esordio di questa scrittrice tedesca non mi è piaciuto, o per essere più tecnici non mi ha convinto e questo principalmente per la scarsissima personalità di una protagonista che non riesce neanche a convincerti di essere intrappolata nei meandri della sua mente, per la mancanza di uno sviluppo della trama che renda credibile la storia.
Una donna rinchiusa in se stessa (o meglio nella sua casa) dovrebbe esplodere alla vista dell’uomo che le ha condizionato la vita e invece si scioglie come il mio gelato dimenticato al sole.
Il colpo di scena (della recensione) è che il cono gelato della gelateria più blasonata in città faceva veramente pena. Quello di questo romanzo è latitante o talmente sfuggente che io l’ho perso.
Il ritmo della narrazione è lento come non mai e per fortuna grossa parte del romanzo è un dialogo (o meglio un interrogatorio) che scorre velocemente destando l’interesse che potete immaginare.
In conclusione, resto sempre di stucco quando una ricetta con questi ingredienti:
- un personaggio tutt’altro che memorabile (se qualcuno di voi ha letto il libro e ricorda qualcosa di Linda vi prego lo scriva nei commenti)
- una trama molto povera
- una costruzione del romanzo che di sicuro non sarà citata ai corsi di scrittura creativa come esempio
- una costruzione del dialogo diciamo discutibile
Ebbene, quando questo diviene un bestseller mi ripeto (e ribadisco) che non sono un critico e che dovrei lasciare a gente più esperta di me il giudizio.
Torno un semplice lettore allora e scrivo:
La trappola : a me non è piaciuto.