Dopo aver letto il primo romanzo “L’ultimo rintocco” ed essermi appassionata alla storia ma soprattutto al personaggio di Richard Dale, non potevo certo perdermi quest’altro gioiello dell’abile scrittore calabrese Diego Pitea.
La stanza delle illusioni è un giallo dal sapore classico che ricorda le atmosfere dei romanzi di Agatha Christie, come ci ricorda lo stesso autore nelle prime pagine del volume.
Il lettore viene subito proiettato nelle indagini, stabilendo una particolare empatia con un protagonista così fuori dagli schemi. Richard Dale, è non solo colui che svolge le indagini, ma soprattutto un personaggio con molteplici sfaccettature che lo rendono estremamente imperfetto e quindi umano.
Rispetto al precedente romanzo, ho trovato una sottile ironia che percorre tutta la narrazione, che ho gradito molto e rende vicinissimo il lettore alle vicende vissute dai personaggi. In particolare è divertente, e alleggerisce molto la tensione creata, entrare nel rapporto tra il protagonista e sua moglie, ed assistere a numerosi “teatrini” familiari che fanno sorridere ma anche riflettere profondamente sulla difficoltà e la solidità del loro rapporto.
Dale questa volta si dovrà confrontare con un enigma impossibile, quello di un omicidio avvenuto in una stanza chiusa dall’interno. La genialità e la conoscenza dei meccanismi del giallo da parte dell’autore sono palesi. Il cerchio si chiude perfettamente nel finale, soddisfacendo il lettore e coccolando anche i più esigenti con colpi di scena e azioni che si susseguono nella trama.
Numerose le citazioni “gialle” presenti nel romanzo, che fanno piacere, soprattutto agli appassionati del genere. Consigliato.