Recensione a cura di Manuela Fontenova
La settima notte di Veneruso si presenta con una raccolta di racconti, ma si legge come un romanzo, infatti Diego Lama ha riunito tutte le avventure brevi del Commissario (che negli anni sono state pubblicate in appendice nel Giallo Mondadori), legandole tra di loro grazie alle riflessioni notturne del protagonista e creando così una continuità tra le storie.
Una settimana impegnativa per Veneruso, ogni giorno un caso da risolvere, un colpevole da stanare, un poveraccio da compatire, ma in silenzio perché, lo sappiamo, non è certo tipo da tenerezze.
Per chi ha già letto i due romanzi precedenti “La collera di Napoli” e “Sceneggiata di morte”, è evidente che gli omicidi raccontati qui sono molto più facili da risolvere, non ci sono vere e proprie indagini, Veneruso arriva sul luogo del delitto, smaschera l’assassino e se ne va.
Il crimine è quasi un pretesto per sondare l’animo umano, per analizzare le attitudini, i vizi dei personaggi che si muovono in una città minacciata da un’epidemia che in pochi anni si porterà via migliaia di vite, una città in cui il marcio non si nasconde solo nella periferia più povera ma anche nelle case dei ricchi.
Ed ecco infatti che alla dottoressa uccisa in casa si contrappone la giovane contadina impiccata in campagna, con le emozioni che si accavallano nel cuore di Veneruso, che passa dal disprezzo alla comprensione, riflettendo sul fatto che forse, a volte, sarebbe meglio non saperla la verità.
Non voglio parlarvi dei singoli racconti, il rischio di spoiler è dietro l’angolo, ma mi fa piacere approfondire la figura di Veneruso e l’omaggio che ancora una volta Diego Lama fa alla cultura della sua città.
Il commissario è un uomo burbero, rozzo, “era brusco e poco educato. Lo sapeva, veniva da una famiglia umile. La carriera se l’era costruita tutta a sue spese: ci teneva alla maleducazione e al brutto carattere, erano le tracce della fatica fatta per diventare quel che era. Le cicatrici per guadagnarsi il rispetto”. Nel lavoro è onesto, ama la giustizia, ma è capace di forte empatia anche con i colpevoli, spesso poveracci imbruttiti nell’animo da una vita di miseria. Dietro questa facciata rispettabile e irreprensibile c’è un uomo stanco, forse troppo solo, forse amareggiato o deluso? Mi piacerebbe molto scoprire qualcosa di più sul suo passato, per capire cosa lo ha reso triste e nostalgico, “tra le tante emozioni che ribollivano in testa quella che meglio comprendeva era la nostalgia, anche se non era un’emozione, piuttosto una dannazione”, cos’è quell’inquietudine che nonostante la stanchezza non lo fa dormire la notte?
Napoli è il cuore della storia, città natale di Diego Lama, che la coglie in uno dei momenti di maggior sofferenza, l’epidemia di colera che la investì nel 1884, per restituircene un’immagine romanzata ma con tanti spunti di vita reale. Ma perché? Ce lo dice lui stesso nell’introduzione: sulla sua storia familiare il colera ebbe una grande incidenza, proprio grazie al morbo si verificarono eventi tali da giustificare la sua presenza in questo mondo, e Veneruso probabilmente nasce dalla sua esigenza di raccontare e conoscere.
L’omaggio che fa alla sua città traspare dai personaggi, dalle canzoni, dagli intrecci che costruisce nei suoi romanzi: è già successo in “Sceneggiata di morte”, quando ispirandosi ad una commedia di Eduardo De Filippo Filumena Marturano, e alla sua trasposizione cinematografica Matrimonio all’italiana di De Sica, ha dato vita ad un giallo con forti rimandi culturali, dando prova anche di una grande capacità stilistica.
Anche qui gli omaggi al cinema e alla letteratura sono numerosi, c’è di nuovo il richiamo a De Sica con L’oro di Napoli del 1954 ed anche al teatro, soprattutto nell’ultimo racconto “La serenata”.
Le avventure del commissario Veneruso si comprendono pienamente solo leggendole, perché a fare la storia non è solo il personaggio o il luogo o il caso poliziesco, ma è il perfetto mix che Diego Lama riesce ad ottenere dosando tutti gli elementi in modo armonioso.
Il mondo di Veneruso è un posto da scoprire, non vorrete più uscirne!
3 risposte
Gentile Redazione,
pensando di fare cosa gradita Vi comunico che è uscito il mio nuovo romanzo giallo dal titolo ‘La donna della luna’, edito da Meridiano Zero (distribuzione Messaggerie). Il protagonista è l’investigatore Marco Tobia e vive sull’isola di San Giulio. Convive con la sindrome di Tourette e indaga sul ritrovamento di un cadavere nelle acque di fronte a Orta…
Qui si può vedere il book trailer, vincitore del Premio della Giuria al Festival Cinema&Libri 2018
https://www.facebook.com/meridianozeroeditore/
Nel caso foste interessati, Vi allego la scheda del libro.
RingraziandoVi per l’attenzione, Vi saluto cordialmente.
Matteo Severgnini
matteosevergnini.net lungolago gramsci 25d 28887 omegna (vb) +39 323 86 12 34 +39 333 250 34 16 skype: m.severgnini
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ciao Matteo
mi chiamo Dario Brunetti faccio parte della redazione del blog sentiamoci in pvt mi trovi su fb
Assolutamente da leggere! Bellissimi anche gli altri due romanzi lunghi “La collera di Napoli” e “Sceneggiata di morte”. Due capolavori!