La scimmia e il caporale
Addolorata, detta Lota, figlia degli antichi zingari di Latiano, conquista l’anima del protagonista e quasi riesce ad annientarla, in uno squallido scenario di sfruttamento dove si muovono come mangime per i pesci creature innocenti, destinate a soccombere. Vittore e il suo amico maresciallo Tamurri cercano il bandolo della matassa del caporalato, piaga secolare nei campi pugliesi, che tutto sporca e tutto travia. E neanche il cadavere della giovane Katerina riesce a sparigliare le carte. Ma Vittore salva il suo cuore e si libera da una schiavitù che la sua morale, seppure squinternata, non potrebbe mai accettare.
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L’Umbria e una Puglia ancestrale, (tra ricette della migliore tradizione popolare e leggende zingare ) fanno da sfondo all’ultimo romanzo di Caterina Emili “La scimmia e il caporale” , un noir che vede protagonista ancora una volta, Vittore Guerrieri che si trova a svolgere delle indagini facendo un favore a Addolorata, denominata da tutti Lota e a suo marito Giuseppe, di ritrovare Katerina, una ragazza ucraina misteriosamente scomparsa.

Appena avviene il ritrovamento del corpo della giovane, Vittore coadiuvato dal suo vecchio amico maresciallo Tamurri approderanno nel cuore del Salento dove affiora una triste realtà,il caporalato.

Cosi l’autrice si avvale (anche se è nata a Roma) del suo recente vissuto nelle regioni che fanno da cornice alla storia e della sua esperienza lavorativa in ambito giornalistico per affrontare una piaga sociale che ha investito le terre del Salento, il caporalato e lo sfruttamento sia di italiani che di immigrati nel settore ortofrutticolo. Il caporale ingaggia per conto del proprietario dei braccianti e concorda il compenso a loro dovuto del quale mantiene per sé una parte che gli viene attribuita sia dal proprietario che dai braccianti reclutati, col passare degli anni soprattutto la criminalità organizzata ha messo la sua impronta in maniera decisiva.

Una narrazione dal sapore agrodolce con quel retrogusto amaro e nello stesso tempo stilisticamente perfetta, per raccontare un noir sociale dove ci sono vittime e carnefici e al protagonista basterà solamente curiosare (perché chiamato in causa) in un primo momento e in secondo luogo indagare più per ostinazione che per capacità del quale non gli appartengono, per prendere atto e scoprire una realtà che neppure si poteva immaginare, la storia riserverà di certo delle sorprese, forse inaspettate.

Un romanzo breve ma intenso che non deluderà le attese del lettore, il quale seguirà con grande interesse le vicende che riserva la storia, il grande merito va dato all’autrice che ha saputo trattare con estrema delicatezza, un tema che ha inciso parecchio nella storia del nostro paese.

Buona lettura!

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