Uno scenario siciliano dà il via a una storia dai toni marcati e suggestivi. La protagonista principale è la giovane figlia di una prostituta. Una povera fanciulla che viene violentata e poi improvvisamente divisa da quel frutto che per 9 mesi ha portato dentro di sé. La cosa che mi ha molto sorpresa è stata la comparsa del dolce personaggio di Rosalia. Come mai riesce solo Viciuzza a vederla e a cogliere quella scia di aroma rosato che lascia dietro di sé?
Tra le vie di Palermo, tra monasteri e personaggi religiosi ci ritroveremo di fronte a una narrazione intensa e a tratti ironica. Padre Cascini salverà la nostra figurante principale dalla strada affidando lei e la sua bambina alla famosissima pittrice Sofonisba che ha desiderio di donare amore. Viciuzza continuerà a vedere Rosalia che in realtà è la Santa protettrice e patrona tanto amata dal popolo palermitano.
L’ autrice ripercorrere con abilità e autenticità le vicissitudini storiche di un popolo attanagliato dagli scontri religiosi e dell’avvento della riforma protestante. Per di più la piaga della peste si abbatterà sulla gente non facendo alcuna distinzione di ceto, ed è proprio che in questa tragica situazione che la dolce “Santuzza” compirà il suo miracolo venendo venerata e acclamata da tutti, diverrà finalmente la Santa Patrona di Palermo. La Torregrossa ha creato una trama davvero molto coinvolgente in quanto ci ha trascinati in una vicenda molto incalzante con lo scopo di farci conoscere la vera storia di Rosalia e dell’intero contorno di cui faceva parte la giovane, dimostrandoci che la purezza di cuore esiste e che in pochi sanno bene come renderla preziosa.