Seppur con ritardo, ho letto la nuova avventura del mercante e per nulla al mondo me la sarei persa. L’ho sempre detto, Simoni è come un buon vino che dev’essere degustato, che ti entra nell’anima e la riscalda, che si centellina per paura di finirlo subito. E alla stessa stregua del buon vino, ho assaporato le pagine de La profezia delle pagine perdute benché sia decisamente difficile trattenere la curiosità nelle avventure del buon Ignazio da Toledo che stavolta ci porta in un mondo dove aleggia la magia. Innanzitutto siamo alla corte dell’imperatore Federico II in Sicilia e si sa che il grande Federico si circondava oltre che di scienziati, alchimisti e artisti anche di negromanti. Quest’ultima parola che può sembrare alquanto altisonante stava ad indicare maghi ed indovini circondati da un alone di mistero e per questo temuti, comunque non inclini alle regole papali. Michele Scoto, magister della corte di Sicilia, aveva anche un libro pericoloso che però era scomparso grazie allo zampino di Ignazio da Toledo e questo libro si scopre essere super ricercato nemmeno fosse l’Uter Ventorum! O forse era molto più pericoloso del precedente? Essendo un libro che doveva contenere le formule magiche del grande Merlino, il mago druido potente e famoso, allora poteva essere assolutamente pericoloso se finiva in mani sbagliate. E la famiglia Alvarez si scontra con questa realtà senza nemmeno riuscire a riunirsi perché vengono separati dagli eventi che si svolgono in terra siciliana e una bruttissima notizia peserà sul loro cuore già ingombro di preoccupazioni. La famiglia si era già separata per fuggire alle maschere e a Pedro Gonzalez il domenicano che li rincorreva per una vecchia storia di eresia nestoriana, contavano di ritrovarsi nel Regno di Sicilia, ma tutto andò storto. Mentre comunque proseguono per i loro intenti non avranno vita facile, anzi, cadranno in molte insidie dai nomi che fungono come spauracchi per moltissime persone e soprattutto per loro che sono braccati dagli stessi! Tra un Tribunale segreto della Saint Vehme e i Cantori della Rosa, gli Alvarez avranno da guardarsi bene le spalle. Uberto, figlio di Ingazio, aveva bisogno di risposte su ciò che aveva fatto il padre, ma questo si era immerso in enigmi complessi, in scienze occulte e in dilemmi superiori per inseguire la verità che sfociava in antichi tesori nonché in vecchie diatribe, che era difficile per lui star dietro al percorso seguito dal genitore. In questo modo suo figlio avrebbe mai potuto capire? Definiva suo padre come un burbero, ma gli somigliava tanto. Ignazio era sposato col sapere prima ancora che con Sibilla e con la sua famiglia e mai gli sarebbero bastati piccoli sorsi di conoscenza per rigenerarsi, Uberto doveva imparare a capirlo. E in questo romanzo Uberto deve affrontare un mistero mettendosi nei panni di suo padre. Ce la farà a sfuggire ai nemici, a rimettere in ordine gli indizi lasciati da Ignazio con l’aiuto del buon Asclepius e a salvare la sua famiglia? Per saperlo ci si dovrà tuffare tra le pagine del romanzo. All’interno del libro il lettore noterà dei disegni creati dall’autore che rendono ancor più suggestiva l’intera storia. E verrà affascinato dalla narrazione di Simoni, sempre attento a curare i particolari e sempre bravo ad affamare il lettore trasportandolo verso mondi esotici e catturandolo con un’esposizione lineare arricchita da leggende.L’autore guida, nei panni di un pifferaio magico, i suoi lettori portandoli nel mondo del mercante, dove mostrerà loro spettacolari peripezie che solo il grande Al-Qalam riesce a fare! La magia circonderà anche i lettori grazie ai personaggi che sono citati nel romanzo! Anch’io ho ricevut un po’ di magia visto che per tenere il segno tra i capitoli ho usato una foto, ma non una normale foto bensì una che ritrae i ruderi di Castel Manfrino, punto di avvistamento in Abruzzo, voluto dal figlio di Federico II, Mandredi di Svevia o di Sicilia, e non l’avevo presa di proposito.
Thriller
Recensione a cura di Vienna Rao Un’intera famiglia uccisa, in modo brutale ed agghiacciante: il commissario capo Cacciatori affida all’ispettore Giorgio Brentani il caso, coadiuvato