La notte dei bambini
2070. Roma, irriconoscibile e semidistrutta da guerre regionali, epidemie e cambiamenti climatici che ne hanno oscurato il cielo per sempre, ora si chiama Tauersiti. La Spianata è abitata dai Nuovi, popolazione che si arrangia a sopravvivere alla mancanza di cibo e acqua, una massa senza identità formata da migliaia di persone provenienti dalle molte migrazioni dal resto del mondo. Nelle Torri intorno al perimetro vivono le caste privilegiate che detengono un potere sempre più labile e violento, condannato a estinguersi dall’incapacità maschile di riprodursi. Solo nella Spianata i bambini continuano a nascere, dilemma a cui il Potere ha cercato e cerca soluzioni violente e inefficaci. Zora, una giovane donna, raccoglie memorie e inventa storie per salvare vite. E intanto sogna di fuggire dalla città. Fuori dalla città è una zona di foreste e monti. Le condizioni climatiche sono critiche ma non come a Tauersiti, e dopo i disastri provocati dall’uomo la vita sta riguadagnando i propri spazi. In questo ambiente difficile ma ricco di possibilità, abitato da animali e misteriose presenze si incrociano destini e ostinate resistenze.
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Recensione a cura di Dario Brunetti

La notte dei bambini è il nuovo romanzo di Maristella Lippolis uscito per la casa editrice Vallecchi di Firenze.

Guerre, distruzioni, epidemie e variazioni climatiche stanno per cambiare forse per sempre i destini della città eterna. Siamo nel 2070 e Roma ha un nome nuovo si chiama Tauersiti.

La città è rasa al suolo, la popolazione tenta di scappare invano, in cerca di qualche rifugio sicuro, inoltre c’è un flusso migratorio a generare ancor di più uno stato di allerta, perché anche coloro che provengono da altre città sono in costante pericolo, nelle Torri abita chi detiene il potere e il controllo totale di Tauersiti e ha deciso di scatenare una violenza inaudita sull’intera popolazione.

Ci sono donne come Zora, una delle protagoniste femminili del romanzo che nella Spianata si impegna a salvare quante più vite possibili, con l’intento di scappare via rifugiandosi tra monti e foreste, cercando nell’habitat chiamato “natura” di riconquistare quel terreno e quegli spazi ove vengono a mancare.

Per lottare, bisogna resistere duramente e poi non resta che sperare.

La speranza è riposta proprio nei bambini sono loro il futuro e vanno portati in salvo.

Gli artefici di questa disperata salvezza sono Ella e Teo, la loro casa è andata distrutta e trovano rifugio tra i monti dove ci sono i cosiddetti “emarginati”, gli esclusi da un mondo dove regnano i potenti.

Se nella prima parte della storia saranno loro i protagonisti, con lo scorrere delle pagine entreranno in scena in un primo momento Nurat, “ la bambina salvata” e subito dopo Zora, personaggio spartiacque tra il vecchio e il nuovo inizio, destinato forse per sempre ai più piccoli.

Romanzo strutturalmente complesso, elaborato con equilibrio e sapiente maestria dall’autrice che fornisce al lettore un testo di pregevole fattura dove distopia e utopia sembrano fondersi alla ricerca del loro connubio perfetto.

Se non ci riconosciamo più nel mondo di oggi, figuriamoci in quel che verrà, è la chiave di lettura che mi sento di dare leggendo l’opera dell’autrice che ha saputo carpire le debolezze dei più forti che si concretizzano nel contendersi il potere che genera violenza e opprime i più fragili; se ne devono fare le spese i più piccoli che non hanno colpe dei fallimenti di un intero paese, è opportuno dare loro una speranza mettendoli in salvo, proprio perché in loro abbiamo riposto delle speranze e vanno a rappresentare quella flebile luce in fondo al tunnel.

Un paese anestetizzato e in totale stato di passività è destinato alla sopravvivenza, ma in fondo chiediamoci quanto ancora può durare tutto questo, in fin dei conti la sopravvivenza stessa non è eterna e alla lunga cosa potrà mai portare?

La guerra non hai mai dichiarato eterni vincitori ma solo sconfitti e necessita sempre di una continua quanto duratura corsa contro il tempo per fermarla, questo romanzo di fantascienza offre degli interessanti spunti di riflessione mettendoci in uno stato di allerta, è un grido di aiuto su quanto ci può riservare il futuro, ma ripone al tempo stesso delle speranze su una generazione futura che sono certo cercherà di farsi trovare pronta e magari riuscirà ad emergere dove altri in passato hanno fallito.

Buona lettura!

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