Non mi capita spesso ma mettermi a scrivere la recensione di questo libro mi ha causato qualche problema. Così, siccome ho la fortuna di conoscere l’autore, gli ho espresso le mie difficoltà. Da grand’uomo qual è, Piergiorgio Pulixi la prima cosa che mi ha detto è stata quella di esprimere liberamente le sensazioni che provavo. Alcune delle sue considerazioni mi hanno fatto capire come scrivere questa recensione e hanno messo ordine nelle mie idee. Lo ringrazio anche per questo.
Adesso però vi svelo cosa mi aveva messo in crisi. Le prime pagine nel più classico stile Pulixi: “…Lorenzo Vincis sussultò una volta che la foschia si fu diradata ed ebbe intravisto lo sconosciuto seduto davanti a lui, il volto celato dal passamontagna scuro.” e ancora …”Tempo scaduto… Allora, chi?” e io mi sono sentita a casa, aspettandomi una lettura di un certo tipo, pur essendo consapevole che l’argomento fosse diverso dal solito. Il libro prosegue come un giallo con una bella vena ironica e mentre leggevo queste pagine pensavo, non è il “mio” solito Pulixi. Chiuso il libro ho pensato che non fosse il suo libro migliore, ma allo stesso tempo, l’intreccio, la storia, l’ambientazione, i personaggi, una spruzzata di “magia” dovuta ai gatti, tutto ben dosato e ben scritto, solita cura nella scelta delle parole. Non riuscivo a trovare dentro di me un modo per esprimere queste sensazioni contrastanti.
Con “La libreria dei gatti neri” Piergiorgio Pulixi ci sbatte in faccia immediatamente la crudeltà e nelle pagine in cui descrive i crimini ritroviamo la sua solita scrittura, ne riconosciamo la penna. Nella migliore tradizione di giallo classico ci racconta di come un gruppo di lettura particolare denominato “gli investigatori del martedì” capitanato da un burbero libraio daranno una svolta alle indagini affidate a due poliziotti che brancolano nel buio. Pulixi ci fa conoscere il libraio, Marzio Montecristo, ex maestro, la sua aiutante Patricia, i due sbirri che si occupano del caso, Angela Dimase e Flavio Caruso, la coppia di gatti neri, Miss Marple e Poirot che sono magicamente comparsi, hanno eletto la libreria a loro casa, diventando ben presto due star dei social con i loro consigli libreschi e i partecipanti al gruppo di lettura, ognuno con le sue preferenze di lettura. Per ognuno dei coprotagonisti sappiamo il giusto, qualcosa in più di Marzio, il libraio. Per un caso del destino, sarà coinvolto nelle indagini in quanto ex maestro del piccolo Lorenzo che chiuso in un mutismo assoluto non non parla di quanto accaduto. Marzio, inizialmente restio ad essere coinvolto in indagini di polizia, senza sapere di cosa si tratti, incontra il bambino che gli racconta una storia che ha dell’incredibile. Dopo il secondo omicidio, sarà proprio Angela che chiederà l’aiuto del gruppo di lettura, per far analizzare i fatti auspicando che lo sguardo attento di lettori super specializzati in gialli possa offrire una chiave di lettura per procedere con le indagini. Molto tenera anche la storia della “Presidentessa” che per molto tempo è stata l’anima del gruppo di lettura e che ricoverata in una struttura sembra perdere sempre più il contatto con la realtà ma che grazie ad una frase coerente e piena di buon senso, darà un impulso decisivo alla comprensione del caso.
Ironia, consigli di lettura, dolore, vendetta, una libreria particolare, tanti elementi che ben mescolati da Piergiorgio Pulixi hanno dato vita a un romanzo agile, ben scritto e di rapida lettura. Da non sottovalutare i consigli libreschi sparsi fra le pagine e, da amante, anche quelli sui vini che vengono offerti al gruppo di lettura.
Concludendo, nonostante io sia un’estimatrice della vena thriller di Piergiorgio Pulixi, che credo gli sia congeniale, mi sento di consigliare la lettura di questo libro a chi non ama libri troppo “crudi”, violenti. Quello che conta veramente è che il libro è scritto con cura e che ogni autore ha il diritto di scrivere spaziando fra i generi letterari senza farsi condizionare troppo da chi lo legge.
Buona lettura!