TRAMA: Una ragazza asiatica nuda, impiccata con del filo spinato, viene ritrovata appesa agli scaffali di un’antica libreria. Il caso viene affidato a Harry Virdee, un detective della Squadra omicidi di Bradford, un tempo importante centro dell’industria tessile, prima che il suo rovinoso declino la trasformasse in un luogo degradato, attraversato da fiumi di droga, prostituzione, tensioni razziali tra immigrati e una povertà dilagante. Persino il matrimonio di Virdee – il detective è sposato con una musulmana – soffre di un razzismo che non dà scampo: le due famiglie non si parlano. Il caso è agghiacciante e Harry capisce che proprio nel cadavere si cela un messaggio. Ma quale? E a chi è rivolto? Ciò che non sa è che l’assassino lo sta guardando, che sta puntando lui. Perché stavolta si tratta di una questione personale. Ha inizio una corsa contro il tempo, mentre il numero delle vittime cresce insieme alla follia del serial killer, intenzionato a dare una lezione alla “città del peccato” e soprattutto a Virdee, un antieroe indimenticabile, capace di aggirare le regole per ottenere ciò che vuole.
RECENSIONE a cura di Edoardo Todaro:
“ La città del peccato “ si muove attraverso Bradford una delle città un tempo, un tempo che non esiste più, più ricche d’Europa;che ha lasciato la propria prosperità allo spaccio ed al degrado conseguente,con complessi abitativi sovraffollati ed edifici vittoriani trasformati in posti letto per studenti, che è stata scenario di due tra i più devastanti tumulti razziali avvenuti negli ultimi 20 anni, il cui centro cittadino è stato “ riqualificato “ed intere zone della città sono state rase al suolo; e il ritrovamento di una ragazza nuda, morta, che penzola dagli scaffali di una libreria, impiccata con un cappio di filo spinato e con gli chiusi da suture .Ma se vogliamo dirla tutta “ La città del peccato “ è un noir sui conflitti culturali, razziali e religiosi. Un ispettore, Harry Virdee sikh, primo investigatore indiano, che ha difficoltà ad assistere ad una autopsia prima di pranzo e nel comunicare ai familiari quanto accaduto e che si è sposato con una musulmana provocando l’erezione di un muro insuperabile tra le due famiglie. Un ispettore che verrà ostacolato in mille modi. Le ragazze asiatiche che escono di casa in abiti tradizionali ed appena possono si cambiano per vestirsi “ all’occidentale “ ed i matrimoni combinati triste realtà a cui moltissime bambine sono obbligate a sottostare. Virdee ha non solo capacità di relazioni umane ma anche intelligenza nel saper semplicemente dare lezioni di vita a chi si ostina a frapporre problemi apparentemente insormontabili. Degna di essere riportata è il suo intendere il futuro del proprio figlio: “non è indiano né pachistano, né musulmano né sikh, sarà quello che vorrà essere. In modo altrettanto semplice, attraverso le figure femminili di questo noir, viene affrontata la cosiddetta questione di genere. Evidente è quanto gli immigrati, provenienti dalle zone dell’Asia, si portano dietro a proposito di tradizioni culturali che fanno a pugni con la realtà quotidiana, uno scontro di culturesu valori tradizionali che trovano sempre meno spazio nel mondo di oggi: se una donna non può concepire, l’uomo ha diritto a potersi trovare un’altra donna;radere la testa: un gesto perverso di punizione religiosa vista la proibizione di tagliarsi i capelli come monito a non tradire le proprie origini; Oltre a tutto questo è certamente la figura del killer che attira l’attenzione di chi legge. Un killer che è del tutto cosciente che non potrà che essere catturato, ma prima di quel momento lascerà una scia di male; alla ricerca di visibilità. Per dipanare la matassa inestricabile degli omicidi, Virdee dovrà sbrigarsi nel trovare l’indizio che unisce le ragazze uccise ed il punto debole del serial killer sociopatico e che deve assolutamente immedesimarsi con Bradford. Un ultimo accenno obbligato, perché strettamente collegato, alla realtà del nostro paese: giugno 2001 con la scomparsa di Saman e le costrizioni religiose, tradizionali e i modelli di società patriarcale. Vivere e morire in base a culture arcaiche e non certo del XXI secolo questo non significa assolutamente “ etnicizzare “ ne generalizzare quanto accade ma porre attenzione ai possibili campanelli d’allarme.
DETTAGLI:
- PAGINE 364
- GENERE: NOIR
- EDITORE: SEM
- ANNO: 2021