La casa disabitata
La giovane Miss Helena eredita dal padre la proprietà di River Hall e decide di affittarla per ricavarne una buona rendita. La casa ha un bell’aspetto ed è in buone condizioni, perciò gli inquilini non tardano a farsi avanti. Tuttavia, nessuno si ferma per più di qualche settimana e molti lasciano l’immobile nel giro di qualche giorno. Ci sono tutti i segnali della tipica casa infestata: rumori sospetti e improvvisi, porte che sbattono, luci che si accendono o si spengono, strane apparizioni senza un motivo apparente. L’ultimo occupante scappa e la zia di Miss Helena decide di assumere un avvocato per risolvere la questione una volta per tutte. Petterson, l’impiegato del procuratore, in cambio di una cospicua somma di denaro, va a stare nella casa per verificare con i propri occhi che cosa stia davvero accadendo. Il romanzo inizia come una storia di fantasmi tradizionale dell’epoca vittoriana, e nella seconda parte si evolve assumendo sempre di più il carattere di un romanzo giallo, man mano che Petterson indaga sull’identità del fantasma dell’uomo assassinato nella casa di River Hall.
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Recensione a cura di Roberta Castelli

“Se MAI una residenza, adatta sotto ogni aspetto a una famiglia di posizione, ha infestato lo studio di un avvocato, la Casa disabitata, di cui ho una storia da raccontare, ha in tutto e per tutto dannato quello della Craven & Son, al numero 200 di Buckingham Street, a Strand.”

Inizia così questo romanzo dalle sfumature paranormali, in grado di prendere i contorni del giallo man mano che si avanza con la lettura. Tutto ha origine quando Miss Helena riceve dal padre, morto suicida, la casa di famiglia e decide di metterla in affitto, incapace di trascorrere al suo interno anche un’altra sola notte. Dopo la dipartita dell’uomo, infatti, la ragazza è rimasta vittima di un evento molto inquietante che l’ha traumatizzata, costringendo Miss Blake, la zia, a portarla subito via e a trovare una nuova sistemazione. Inoltre, pare che nemmeno la servitù sia più disposta a rimanere in quella proprietà, a parte una signora anziana, alquanto rimbambita e sorda.

Miss Blake è sgarbata nel suo strano modo di rapportarsi con il prossimo e cova rabbia verso il marito di sua sorella, colpevole di essere morto lasciando figlia e cognata in una misera situazione. Il signor Craven, titolare dello studio legale ingaggiato dalla donna per occuparsi dei suoi affari, è invece un uomo di gran cuore e, assieme ai suoi rassegnati dipendenti, subisce le angherie di Miss Blake con una lodevole soglia di tolleranza. Nonostante questo, sembra che tutti le siano affezionati e sarebbero dispiaciuti se dovessero perderla come cliente.

“Nata nel nord dell’Irlanda, figlia di madre scozzese dell’Ulster e di padre del Connaught, era riuscita ingegnosamente a combinare nella sua persona i vizi di due razze distinte, escludendo le virtù di entrambe.”

La piaga che li affligge e che turba i loro sonni è proprio la residenza che Miss Helena ha ereditato. Del tutto idonea, in teoria, ad accogliere uomini perbene e le relative famiglie, l’abitazione terrorizza e provoca la fuga di chiunque scelga di abitarci. Pare infatti che la casa sia infestata dai fantasmi e che uno in particolare si aggiri nella biblioteca: lo spirito del defunto proprietario. Non ci sono prove che tali affermazioni siano fondate, ma nessun nucleo familiare riesce a risiedere lì per molto tempo senza fuggire in preda al panico. Questo è un grosso problema per le donne ma anche per il signor Craven, costretto a giustificarsi con i vecchi inquilini e speranzoso di trovarne subito di nuovi, per non dover concedere ulteriori prestiti a Miss Blake. L’irruenta signora, infatti, pretende dall’avvocato un supporto economico ogniqualvolta la casa rimane sfitta e, incapace di apprezzare le cortesie ricevute, tratta tutti a pesci in faccia se non ottiene quello che vuole.

A cercare l’uscita da un tunnel privo di apparente sbocco troviamo Petterson, voce narrante e diligente impiegato dello studio Craven & Son. Dispiaciuto per il suo titolare e ammaliato dalla bella Helena, il ragazzo decide di trasferirsi nella dimora incriminata, intenzionato a risolvere l’arcano: un’esperienza che lo segnerà, cambiando per sempre il corso della sua vita.

Gli aspetti degni di nota in questo romanzo sono molteplici: in prima linea metterei la scrittura fluida dell’autrice, che descrive gli eventi regalando al lettore la sensazione di essere lì a osservarli. Inoltre, ho trovato molto interessante il contrasto tra le atmosfere cupe, che la Riddell riesce a creare alla perfezione, e la pungente ironia che rende alcune scene quasi esilaranti. Miss Blake rappresenta appieno la capacità stilistica dell’autrice, che ci fa innamorare di questo personaggio nonostante, al netto dei suoi atteggiamenti, sia davvero insopportabile.

Come accennato prima, il signor Craven incarna invece l’essenza della condiscendenza, impegnato com’è ad assecondare la propria etica professionale e, soprattutto, la sua esasperata purezza morale.

La trama gialla, che tende a sovrastare quella paranormale verso la fine del libro, lascia comunque spazio al mistero che si risolve pur rimanendo, in parte, un enigma.

Complimenti alla casa editrice per la bellissima copertina e per le fantastiche illustrazioni che accompagnano il romanzo. Da leggere assolutamente!

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