Forse non il miglior Simenon ma di sicuro un ottimo libro in cui i personaggi, come pedine, si sistemano pian piano sulla scacchiera della vita delineando i loro caratteri, le loro paure, i loro essere spettatori o protagonisti. Ritengo l’opera più che riuscita, soprattutto per le descrizioni psicologiche dei personaggi e la narrazione, grazie alla quale cogliamo le ottime qualità del la scrittura, e grazie alla quale riusciamo a muoverci assieme ai protagonisti tra gli incresciosi e cupi eventi intorno a casa KRULL. Giallo classico? Neanche per sogno: LA CASA DEI KRULL è molto di più. Perché il delitto di cui si parla non è solo quello della ragazza violentata e uccisa, il cui cadavere affiora un giorno dalle acque di un canale. E anche, e soprattutto, il delitto che viene commesso contro la rispettabilità che i Krull, tedeschi naturalizzati francesi, che si sono costruiti a fatica. E che ogni giorno devono ostinatamente difendere nella sua fragilità ostentando un figlio quasi medico, una ragazza che studia pianoforte, un emporio e una casa splendenti nel loro nitore. E infine un’anticipazione di quell’ unico, grande delitto – la Seconda guerra mondiale – che di lì a poco sconvolgerà l’Europa. Romanzo a dir poco premonitore, cammina lungo il doppio bordostrada definito dai due profili dell’estraneità alimentati nelle pagine. Il primo conduce diretti all’angoscia del presagio di un’intera famiglia che ha sempre rispettato le regole della terra che li ospita, il secondo verso un angolo sempre più stretto in cui Hans viene sospinto, senza che però l’incoscienza del ragazzo lasci spazio alla paura.Con una scrittura tesa, limpida, essenziale , l’autore ci racconta le vicende di una famiglia segnata dalla mancanza di identità, in cui ciascuno svolge la propria parte nell’ambito di un microcosmo asfittico in cui la ripetizione di gesti e compiti sembra garantita in eterno o perlomeno per tutta la vita. Non è così: l’arrivo del cugino Hans dalla Germania spalanca letteralmente le finestre della casa, dando avvio ad una serie di eventi drammatici che troveranno il loro apice in un omicidio e in un inaspettato colpo di scena finale, degno di un maestro della drammaturgia come Simenon.. Delitti, il primo e l’ultimo, ineluttabili, con tante cause e nessun colpevole. Prodotto dalla perfida superficialità di Hans, un Krull estraneo e anomalo, il secondo. E’ la scrittura perfetta dell’autore, qui insuperabile, a tenere insieme le tre anime del libro che non si riesce ad abbandonare. Come al solito con Simenon, si potrebbe dire, prima di giungere a un finale spiazzante.
” La casa dei Krull è al margine estremo del paese, e loro stessi ne vengono tenuti ai margini. Benché naturalizzati, restano gli stranieri, i diversi. Da sempre, e nonostante gli sforzi fatti per integrarsi. Nel loro emporio non si serve la gente del luogo, neanche i vicini, ma solo le mogli dei marinai che a bordo delle chiatte percorrono il canale. E quando davanti all’emporio viene ripescato il cadavere di una ragazza violentata e uccisa, i sospetti cadono fatalmente su di loro. In un magistrale crescendo di tensione, e con un singolare (e formidabile) rovesciamento, vediamo montare l’ostilità della popolazione francese verso la famiglia tedesca, e l’avversione per una minoranza, che rappresenta un perfetto capro espiatorio, degenerare progressivamente in odio e violenza. Mentre all’interno della casa dei Krull ciascuno deve fare i conti con le proprie colpe e le proprie vergogne nascoste.”
IL ROMANZO OGGI PARREBBE QUASI PROFETICO RISPETTO ALLE SFIDE INCLUSIVE RICHIESTE ALLE NOSTRE ENTITÀ STATALI , MA PRIMA ALLE NOSTRE MENTI E AI NOSTRI CUORI, DAI CONTINUI FLUSSI MIGRATORI, DAL COSMOPOLITISMO CRESCENTE, DALLA STESSA GLOBALIZZAZIONE. EPPURE , PREFERISCO DARNE UNA LETTURA PRETTAMENTE LETTERARIA E NON POLITICA, , NON C’È BISOGNO … ALL’OCCORRENZA BASTA GUARDARE CASA NOSTRA.