La banda degli uomini
Questo romanzo ha la scrittura tenue delle lampadine da poche candele che si utilizzavano negli anni Trenta. Dove il termine tenue vuole dire ombre, vaghe certezze, il mistero del silenzio quando la sera imbrunisce. È ambientato durante il fascismo, in un regime che in queste pagine è una seccatura, una parata inutile: per tutti, anche per i gerarchi in divisa. In un quadrilatero della vecchia Milano operaia, tra via Porpora e Lambrate, un uomo, un anarchico con il vizio dell’alcol, che si è perduto nonostante figli e famiglia, muore apparentemente per cause naturali. Ma per uno dei figli la versione ufficiale non regge. E comincia a indagare, aiutato dal fratello, da alcuni amici e da un meccanico ebreo. Ne esce un racconto che ha il giallo come pretesto che è la magistrale narrazione di un’epoca di mezze tinte, di espedienti e di furbizie, di antagonismi e di invidie, di opere d’arte importanti e collezionisti senza scrupoli, di opportunisti con la vocazione al fallimento, attratti dalla rovina come fosse una fosca forma di successo. Un mondo che sfocerà nel dramma della seconda guerra mondiale, ma senza clamori, come una fredda necessità della storia.
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Recensione a cura di Dario Brunetti

Gradito e atteso ritorno dell’autore Flavio Villani che si ripresenta ai lettori con il nuovo romanzo La banda degli uomini edito Neri Pozza.

L’anarchico Carlin Parini è padre di cinque figli con i quali vuole ricostruire un rapporto perduto, pregiudicato dal suo immancabile vizio dell’alcol.

Una sera fa ritorno a casa in pessime condizioni di salute, poco dopo muore apparentemente per cause naturali.  Prima della sua morte aveva detto a moglie e figli che una caduta era stata la causa del suo malessere, ma non sarà così perché l’autopsia dimostrerà che l’uomo è stato vittima di un pestaggio.

Il maresciallo Tempesta prende con una certa riluttanza l’incarico di indagare sulla morte del Parini, in fin dei conti era un alcolizzato e per di più un anarchico! C’è quasi un certo fastidio facilmente riscontrabile in quell’epoca ai tempi del fascismo che cercavano di stare alla larga da questo tipo di episodi, soprattutto se le vittime in questione era gente mal vista dalla società.

Ci penseranno i figli ad andare alla ricerca dei responsabili della morte del loro genitore, Tommaso col suo fratello più piccolo Arturo coadiuvati da alcuni amici fidati, tra cui un meccanico ebreo.

Questo mistero da chiarire si andrà ad incrociare con la storia di Osvaldo, un reduce della Prima Guerra Mondiale coinvolto nella sparizione di un’opera d’arte. Si tratta di Susanna al bagno del pittore milanese Francesco Hayez, un’artista innovatore e poliedrico tanto lodato da Giuseppe Mazzini.

La banda degli uomini è un romanzo impreziosito da una rigorosa e certosina ricostruzione storica di una Milano che subiva l’avvento del fascismo, una città in fase di cambiamento che è stata vittima di tanti eventi tragici che si sono ripetuti nell’intero paese.

L’autore si avvale di una prosa stilisticamente raffinata ed elegante per narrare una storia dalle molteplici chiavi di lettura, si serve della meccanica del delitto e quindi del giallo per raccontare le tante contraddizioni di un paese con dei giovani coraggiosi che hanno creduto a delle idee, hanno combattuto cercando di non sottomettersi al regime fascista, ma per di più hanno sperato e al tempo stesso sognato.

In una Milano dove si respira l’atmosfera di un’epoca che ha tolto e non ha mai restituito, in una città dove è prevalsa la forza del potere e in un’altra il degrado di una periferia.

Al giorno d’oggi mi chiedo è cambiato forse qualcosa in tutte le città d’Italia? Assolutamente no, sono cambiati solo i tempi !

Villani a distanza di tre anni ci regala un altro romanzo di qualità, una prova davvero magistrale, un affresco dell’epoca sapientemente narrato grazie a una storia particolarmente godibile e avvincente che catalizzerà l’attenzione del lettore anche attraverso l’immaginazione.

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