Ho letto con molto piacere questo racconto lungo di Cristina Biolcati, che già avevo avuto modo di conoscere e apprezzare leggendo altri suoi racconti in qualità di caporedattrice della rivista Writers Magazine Italia, di cui Cristina è fedele collaboratrice per la parte della narrativa, nonché affezionata lettrice.
Non conoscevo la triste storia di Allegra Byron, e il primo aspetto pregevole che vorrei evidenziare di questa opera, è proprio l’aver voluto riportare alla luce, con delicatezza e rispetto, la storia di questa bambina abbandonata dal poeta inglese Lord Byron, e poi morta all’età di cinque anni in convento.
La trama è quella di un giallo classico, c’è un delitto, c’è una stanza chiusa, c’è una suora morta ammazzata e un omicida da trovare. Ma chi avrebbe voluto la morte di una suora di clausura? Cosa poteva conoscere la vecchia monaca di tanto segreto e scottante da essere uccisa?
L’indagine si svolge tutta nel convento, e l’autrice ha saputo disegnare molto bene non solo l’ambientazione, ma anche i dialoghi e i modi di fare di quell’epoca, senza mai cadere in uno stile ingessato e noioso.
Mi è piaciuta molto la caratterizzazione dei personaggi, in un contesto dove le suore potrebbero apparire tutte uguali, queste sono invece particolareggiate da caratteri diversi, e questo rende molto piacevole e scorrevole la lettura.
Il finale lascia l’amaro in bocca, proprio perché sia l’ambientazione che la storia della piccola Allegra sono vere, mentre, come ci spiega l’autrice, la trama gialla è una sua invenzione di fantasia.
Un racconto che si legge in poco tempo, e che vi farà conoscere o rispolverare una storia lontana e dimenticata.
Consigliato!