Il trapezista – Marco Gulinelli
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Il trapezista – Marco Gulinelli

Trama

Il chirurgo Marcello Codeluppi, detto Lupo, prima di diventare un medico di brillante carriera, ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza alternando grigi inverni di Ferrara a fiabesche estati per le fiere tra l’Emilia e la Romagna, al seguito del padre Walter – istrionico proprietario di una ruota della fortuna – e della madre Maria, figura silenziosa ma presente. Questi lunghi anni vengono segnati da un incontro fondamentale, quello con il circo di Alfio Brillante: Marcello viene iniziato all’arte del trapezio dall’affascinante Colette, e sogna di intraprendere una vita da circense, prima che una bruciante delusione lo costringa a tornare alla monotonia della vita cittadina e a fare i conti con la realtà, pronta a dimostrarsi, di lì a poco, ancora più dura del previsto. Molti anni più tardi, Marcello, stanco e disilluso dalle esperienze che gli sono capitate in sorte, sarà colto di sorpresa dall’incontro appassionante con Pilar, capace di riaccendere in lui la purezza della sua infanzia, e la voglia di buttarsi con le mani tese verso il vuoto elettrizzante di un sogno tutto da vivere.

Recensione a cura di Stefania Ghelfi Tani

Non nascondo che inizialmente ho leggermente faticato ad appassionarmi a questo libro poi, lentamente, sono entrata nella storia fino a quando una lacrima mi ha sorpresa.

È una lettura profonda, è un romanzo da leggere con calma, nel silenzio, avvolti da un plaid. Pagina dopo pagina si entra nella vita di Lupo e si ama, si soffre, si vive con lui.

Lupo è il protagonista, il dottor Marcello Codeluppi, un uomo come tanti che percorre il suo cammino tra determinazione, interruzioni, gioie, delusioni, sogni, ostacoli, drammi, desideri, paure.

Così come tenta di curare e salvare i suoi pazienti, Lupo cerca di ricucire gli strappi della sua esistenza e della sua anima. La scelta stessa di una professione come il neurochirurgo è coraggiosa e rischiosa, ogni intervento è un salto nel vuoto; proprio come un trapezista che si lascia cadere per trovare una mano che lo afferri per offrire una seconda o una nuova possibilità.

Inevitabilmente scegliere implica rinunce e talvolta, abbandonare il noto per l’ignoto, significa uscire dalla propria zona di comfort. Le decisioni non sono mai semplici e in quei frangenti si assapora l’adrenalina ma anche la nostalgia; ci si trova in un equilibrio precario a librarsi tra lo stallo e la speranza da un lato e la passione e la crescita dall’altra parte.

L’amore è protagonista in questo romanzo con tutto il dolore e le sorprese che può portare, in tutte le sue forme e sfumature: volere bene a se stessi, amare figli e genitori, amare le proprie debolezze e amare chi vorremmo al nostro fianco.

Il desiderio e al contempo la paura d’amare e condividere possono portare ad una immobilità emotiva.

L’euforia dell’attesa spesso si imbatte nel timore di ciò che accadrà, sono sentimenti contrastanti, le due facce della stessa medaglia che riassumono un periodo temporale in bilico.

Gulinelli cita Steinbeck: “Dove non ci sono avvenimenti, non ci sono pali a cui appendere la durata.”

Il tempo che ricordiamo e sappiamo misurare è quello in cui accade qualcosa che delinea e identifica attimi, periodi, momenti salienti della nostra vita.

È quindi fondamentale avere fiducia in quello che avverrà, in ciò che si incontrerà. Si ama, si tradisce, si salta, si inciampa, si attende, si spera, ci si ferma, si sceglie, si rinuncia, ci si emoziona e in tutto questo è vitale mantenere sempre la volontà e quel pizzico di incoscienza e di istinto per buttarsi, per ricominciare, per ritrovare se stessi, per inseguire sogni e desideri. Avere la forza di rialzarsi quando si cade, trovare dentro se stessi e in chi ti è accanto la possibilità di ripartire e di riconciliarsi con se stessi.

Marco Gulinelli sa scrivere e la sua narrazione assume spesso toni poetici; narra con le immagini, con i suoni, con gli odori.

E proprio una poesia entra fortemente nel cuore e nell’animo del protagonista: “Di poesie ne ho lette molte, ma non ne avevo mai visitata neanche una…”. Questo succede quando le parole che si leggono ritraggono intensamente il proprio sentire.

C‘è introspezione in queste pagine, l’autore sonda mente e cuore e ci dona un ritratto umano e autentico. C’è la paura, il dolore, il buio ma anche la luce e la gioia inaspettata.

La vita è un percorso ad ostacoli, ricco di imprevisti ed equilibri instabili durante i quali si ricerca la felicità o meglio una serenità, una pace interiore.

Il trapezio come metafora dell’esistenza di ognuno di noi, ci sono magia e tragedia nel circo come nella vita, ci sono i lanci nel vuoto e c’è l’attesa, la paura e la temerarietà, la perdita e la vittoria, la fragilità e la forza, la consapevolezza e la follia.

“Sono stati giorni di speranza, di dubbio, di amore, di coraggio, di illusione, di attaccamento, di tenerezza e anche di fallimento…”.

“Sì, è l’intreccio meraviglioso della vita.”

Buona Lettura!

 

Dettagli

  • Genere: Narrativa contemporanea
  • Copertina flessibile: 262 pagine
  • Editore: La nave di Teseo (26 Ottobre 2017)
  • Collana: I delfini
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8893443236
  • ISBN-13: 978-8893443234
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