RECENSIONE a cura di Edoardo Todaro:
Inizii a leggere “ Il tempo dell’odio “ e ti ritrovi di fronte a cose scritte da Stephen King, il che vuol dire semplicemente : iniziare con il botto. La resistenza, le camice nere, e gli spregi perpetuati su popolazioni inermi; il Cilento; una guerra che il popolo non voleva e che si trova ad affrontare con tutti gli effetti collaterali che ne conseguono. Una famiglia, un figlio, che subisce quanto accade dagli avvenimenti di quel periodo, a partire da una madre che si ribella rispetto a quanto le viene imposto …. e che si impicca; le sorelle portate via; l’imparare ad odiare. E poi “ TESCHIO “, un brigante, un fantasma che incombe sull’esistenza di chi abita il Cilento, silenzioso, letale, colui che è cresciuto con l’idea di combattere contro qualcosa o qualcuno. Le rappresaglie dei fascisti che, di casa in casa vanno a rapire ragazze utili a soddisfare i propri istinti. Su tutto questo, troviamo Michele ed il forte trauma che vive, un trauma che lo pone al centro di queste pagine, tra streghe e mostri. Michele che considera come riferimento il voler trovare, e salvare, le sorelle, rapite e scomparse. Dal noir allo “ splatter “; ma ciò che è importante è essere messi di fronte ad un qualcosa con cui ad oggi in questo paese non si è riusciti a fare i conti giusti, con la storia, ci vuole essere imposta una pacificazione che assume i toni di una parificazione e tanto, troppo non torna.