Il tempo scorre piano è il nuovo romanzo uscito per la collana Giallo Mondadori del maestro del brivido Enrico Luceri, che torna con una nuova indagine che vede protagonista il commissario Tonio Buonocore, coadiuvato dall’ispettore capo di polizia Angela Garzya.
A impreziosire ulteriormente questo volume dell’autore romano è il racconto Un gusto un po’ amaro di cose perdute.
Il romanzo inizia focalizzandosi subito sulla vittima, la signora Lucia Satriano che giace sulla poltrona in pelle, con un braccio penzolante e in direzione di una pistola sul pavimento.
Il suo appartamento si presenta agli inquirenti ordinato e silenzioso, ricostruendo la scena tutto farebbe pensare a un vero e proprio suicidio. Non sembrano esserci circostanze per le quali si possa pensare a tutt’altro, ma non per il commissario Antonio Buonocore che si trova a indagare in una Napoli misteriosa, a tratti sfuggente e più enigmatica del solito.
Ma chi era la signora Satriano? Una vedova senza figli con due matrimoni alle spalle, il primo con il signor Mauro Mileto, e il secondo con il signor Osvaldo Lubrano, non più in vita e deceduto a causa di un infarto.
La signora presenta problemi neurologici, ma possono essere il vero motivo che l’hanno spinta a commettere il folle gesto?
L’occhio attento del commissario Buonocore cade su un quadro dove viene raffigurata una donna che nasconde il suo volto dietro il suo sottile velo, rappresenta la vestale dei morti.
Un’immagine tetra ed orrorifica in un appartamento ben arredato.
Il suicidio è una tesi che viene presa in considerazione dal sostituto procuratore Pierannunzi, ma non per il commissario Buonocore che dovrà fare in modo che le lancette dell’orologio non scorrano così in fretta per far sì che il caso non venga archiviato.
Ma per Buonocore e l’ispettore capo Garzya non ci sono elementi che possono portare a sovvertire la tesi del suicidio, ma ricostruendo la meccanica del suicidio il protagonista è convinto che a volte le apparenze ingannino; e allora bisogna tornare in quella stanza che nasconde un assordante silenzio e delle urla soffocate in gola, da far pensare a qualcosa di completamente differente e per certi versi inspiegabile.
Nel romanzo la meccanica del giallo funziona attraverso i giusti ingranaggi di una trama ad orologeria curata sino ai minimi dettagli dall’autore, con lo scorrere delle pagine la tensione inizia pian piano a salire e al lettore non resta che gustare quel sapore di mistero per un finale del tutto spiazzante.
Luceri costruisce un giallo ben congegnato con evidenti sfumature di thriller che prenderanno sempre più colore, soprattutto nelle battute conclusive, per una sconcertante verità che sembra fare i conti con il passato.
Tra Agatha Christie e Alfred Hitchcock restiamo sospesi rivivendo le giuste atmosfere che hanno contraddistinto il giallo che viene a sua volta mescolato al thriller e nel quale proprio Luceri si rivela ancora una volta un vero maestro.
Ad accompagnare questo prezioso volume ci sono imperdibili brani risalenti agli anni 60/70, da Luglio di Riccardo Del Turco a Sapore di sale del cantautore genovese Gino Paoli e alla più recente Rondine del 1997 della partenopea Teresa De Sio.