Recensione a cura di Manuela Fontenova
“Abbiamo due vite: la seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne una sola”
(Confucio)
La seconda vita di Lazzaro inizia la notte del 21 novembre 1977 quando poco più che adolescente sale su una nave diretta in Argentina. Fugge perché ha 17 anni e ha capito che l’unico modo per salvarsi è andare lontano da una famiglia sbagliata, da un vicolo senza uscita, da un padre abietto. Fugge Lazzaro con la morte nel cuore, perché lascia a Cisternino le due persone che ama di più al mondo, Cecilia, sua madre e la sorella Livia. Fugge Lazzaro con la speranza di poter salvare anche loro un giorno, ma non sa che dovranno passare trent’anni prima di poter tornare a casa.
Il segreto di Lazzaro di Letizia Vicidomini è la storia di un ragazzo e poi di un uomo, di un identità che ospita due vite, una delle storie più belle mai raccontate. Il libro stesso ha vissuto una duplice vicenda editoriale, come il suo protagonista, ha affrontato le insidie del tempo per arrivare nelle nostre mani, e che fortuna poterlo leggere oggi!
Sono passati trenta lunghi anni e El nubero torna a casa finalmente, L’uomo delle nuvole che nelle pause concesse dallo sfiancante lavoro in miniera, si stendeva a guardare il cielo, ne ha fatta di strada. L’Argentina lo ha accolto con la durezza degli anni del Processo di riorganizzazione nazionale, con la paura che si respirava pungente per le vie e nelle case dove la polizia poteva prelevarti per un viaggio senza ritorno. I Desaparecidos, i centri di detenzione, una storia che Lazzaro vivrà e farà sua anche grazie all’incontro con la fotografia e ai reportage d’inchiesta.
Il cuore è sempre rimasto nella sua terra, e nonostante un’esistenza piena adesso è arrivato il momento di tornare a casa e di affrontare finalmente i fantasmi del passato. Lo aspettano una famiglia da conoscere, l’abbraccio tanto sognato di Livia, ma anche una vecchia questione da risolvere: sì, è tornato per porre fine a un tormento, per poter di dissotterrare quel segreto che lo logora da troppo tempo. Il buon cibo, il vino e il calore degli affetti accompagnano i dolorosi ricordi che condivide con la sorella, custode di un amore coltivato negli anni, nonostante l’assenza e la distanza.
“Sono i ricordi, i rimpianti e i dolori del passato che ritornano a chiedere il conto; per un momento Lazzaro è come smarrito tra ieri e oggi”.
Con una narrazione che intreccia passato e presente Letizia Vicidomini ci accompagna nelle “vite” di un uomo buono e forte, e dico vite perché non ne basterebbero due a contenere le sfaccettature delle sue esperienze: ecco per me questo è Lazzaro, un uomo buono che non si è sporcato con la cattiveria che purtroppo lo ha spesso travolto. Un cuore leale, sentimenti antichi che suggestionano il lettore fino alle lacrime.
Ma c’è tantissimo in questo romanzo! C’è la storia, il tango e l’amore; la passione e il dolore della perdita, la gioia del ritrovarsi, la bellezza delle parole che mai smette di emozionare.
Non mi è facile parlarvi di Lazzaro perché io l’ho vissuto e l’ho tenuto con me per qualche giorno: sento una certa ritrosia a lasciare andare la grande emozione che mi ha regalato, perché Il segreto di Lazzaro è un libro che va letto, assaporato (la nostra cara Letizia ci ha regalato delle gustosissime ricette in appendice) e amato. Non è una recensione tecnica, non ho parlato di stile, intreccio, trama, approfondimenti, ho lasciato fluire le sensazioni non senza sentire un pizzicore negli occhi.
Il personaggio è uscito dalle pagine e ha preso forma nei pensieri, nei piccoli gesti quotidiani, chissà se alzando gli occhi al cielo un giorno mi chiederò se sto guardando le stesse nuvole che guarda Lazzaro… Un piccolo e prezioso gioiello, grazie Letizia per averci regalato tanta emozione.