Genere:
Il profanatore di tesori perduti
Gerusalemme è appena caduta nelle mani dei cavalieri crociati quando, in un affollato caravanserraglio vicino ai sobborghi del Cairo, giunge un uomo avvolto dal mistero. È alla ricerca di un’antica città sotto la quale – così narra la leggenda – si nasconderebbe un inestimabile tesoro. Molto poco si sa di lui, se non che il suo nome è Sufrah e che, attraverso l’arte divinatoria della geomanzia, domina le menti umane e sottomette gli spiriti maligni. Nel viaggio lo accompagna Alif, un giovane servo dal passato di ladro, sul quale ricadranno inaspettatamente le sorti della spedizione. Raggiungere le rovine maledette di Zarzourah si rivelerà un’insidiosa caccia al tesoro, capace di attirare uno sciame di avventurieri: infidi cammellieri, spie cristiane, sicari della setta degli assassini. Ambientata nel deserto egiziano, uno dei luoghi più inospitali del Medioevo, questa storia dal sapore esotico fa rivivere un mondo affascinante, in cui, attraverso personaggi dall’ammaliante bellezza, risuonano gli echi di meravigliose, antiche culture.
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Mentre leggevo il prologo quando ho incontrato la frase “due monti gemelli divisi da una gola che somigliava all’orlo di un baratro” e quando conseguentemente ho letto di una battaglia nei pressi mi sembrava di vedere i miei posti e precisamente le Gole del Salinello e i Monti Gemelli dove si è combattuta un’altra battaglia, che pare ancora si combatta, tra il bene e il male. All’epoca il Saladino era visto come il male e i cristiani tenevano alto lo stendardo del bene, seppur entrambe le religioni fossero giudicate male da umani e rovinate da estremismi. Nel luogo che mi è apparso nella mente mentre leggevo sorge anche un castello, ormai i ruderi, di Manfredi di Sicilia figlio dell’imperatore Federico II di Svevia citato nel libro. I romanzi di Simoni rendono vividi i pensieri e ancor di più lo fa quest’ultimo romanzo dalle note speziate dell’Africa. Mentre si scorrono le pagine di questo libro emergono prepotenti le componenti magiche che aleggiano attorno al lettore portandolo fisicamente nei luoghi descritti ed in molti casi la lettura si trasforma in un viaggio mistico come mistiche sono le storie di tradizione africana e orientale, l’autore ne enfatizza i tratti con la sua scrittura e con i disegni che sviluppano una ulteriore prospettiva contemplativa tra romanzo e storia. Quest’avventura ha come protagonista un geomante alla ricerca di una città perduta o meglio alla ricerca di ruderi di una città leggendaria dove si nascondeva un grandissimo tesoro. Di solito in racconti, romanzi o leggende del genere il tesoro può essere la morale o il viaggio che si intreccia con lo spirituale visto che nel silenzio e nella magia del deserto la persona è sola con se stessa, ma in questo caso la ricerca doveva portare ad un grandissimo tesoro. Molti gli occhi che si illuminano ad immaginare i forzieri da aprire. Sufrah porterà con lui un cammelliere e un mercante di stoffe oltre al suo fidato servo Alif. Ma non è bontà o amicizia, solo opportunismo perché il geomante ha calcolato tutto e il lettore lo scoprirà strada facendo. Alif diventerà l’antagonista del suo padrone scoprendo altre abilità oltre a quella per le ruberie. Molti perigli dovrà affrontare Sufrah e insieme a lui chi è al suo seguito, molti ostacoli creati da persone che rispettavano la pace di quel luogo, per timore di scatenare forze oscure, ma Sufrah riesce a superarli tutti perché troppa è la brama di arrivare alla meta. Si preferiva sapere e dimenticare più che andare a disturbare creature mostruose che non vedevano l’ora di lacerare carni. Al contrario il geomante affronta gli impedimenti superandoli brillantemente anche se in certi casi è consapevole di rischiare. La carovana capeggiata da Sufrah sembrava avere una scia a distanza formata da altri soggetti che il geomante non desiderava, dei cavalieri e degli assassini, leggendari guerrieri con abilità diaboliche. Per pepare una storia già pepata non potevano mancare delle spie nascoste tra i vari personaggi che lasciano segni per farsi seguire. Il lettore scoprirà che Sufrah ha approfittato di certe conoscenze per i propri scopi, abusando a volte e questo suo comportamento ha fatto si che avesse ulteriori inconvenienti alla fine della storia. D’altronde che storia frizzante sarebbe senza la vivacità che l’autore dona al lettore con colpi di scena e storie incastonate nella storia riguardanti il passato del protagonista che provocano inquietudine e la curiosità di andare avanti? Molti i personaggi che si incontrano, tutti con caratteristiche differenti che faranno incuriosire il lettore, una storia davvero magica che incanta chi legge. La bellezza di leggere i libri di Simoni è quella di immergersi nella storia e di dare agli occhi la gioia di storie sempre nuove mai trite ed ultimamente è una rarità, qualcuno dirà che la storia richiama delle somiglianze pur rimanendo però sempre originale!

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