Torna il bravo giornalista Fabrizio Roncone con un libro intitolato Il potere di uccidere, edito da Marsilio Editore. Un giallo ostico, a carattere politico, privo di qualsiasi beltà, è un ritratto fedele del marcio che domina, purtroppo, la nostra classe politica.
Protagonista indiscusso della narrazione è sicuramente Marco Paraldi, un ex giornalista, costretto a lasciare la professione per aver dato uno schiaffo a Montecitorio all’allora ministro dell’Interno. Costretto, così, a lasciare il suo posto al giornale, ha ripiegato con l’apertura di una vineria molto particolare in quei di Roma:
“La vineria è al numero civico 22/C di via Dei Banchi Vecchi, pieno centro storico, dietro Campo dei Fiori. Si chiama mezzo Litro, in onore dei vecchi che vivevano nel quartiere di Testaccio. Le pareti sono bordeaux e i soffitti a volta, con i mattoncini originali di inizio 800 lasciati a vista. Gli scaffali di ferro, le bottiglie divise per regione. Due credenze frigorifero, con i salumi e i formaggi.”
Abbiamo già visto in azione Marco Paraldi nel precedente libro intitolato Non farmi male, è sicuramente un personaggio un po’ bordeline, ma di grande fascino e intelletto. Ha delle manie:
“Deve sempre avere due pacchi per ogni formato di pasta, se in cucina non devono mai mancare l’aglio e il peperoncino, se mi piacciono solo i biscotti Gentilini, se ho una collezione di dodici paia di Adidas Tobacco dello stesso color tortora, se indosso soltanto camicie Brooks Brothers… be’ queste non sono fissazioni ma uno stile di vita.”
In questo romanzo riceve una richiesta di aiuto a cui proprio non può sottrarsi. Il figlio Max di Nazareno Balani è scomparso nel nulla, e il padre è disperato. Nazareno è il capo della tipografia dell’ex giornale per cui lavorava Paraldi, e ha con lui un rapporto particolare, fatto di stima reciproca e di affetto. Max era l’autista di un politico tanto famoso quanto ostico, tale Pino Pignataro, un imbroglione, cocainomane, che si è macchiato di orrendi gesti, mai scoperto. Perché un giovane all’apparenza così onesto e dedito al suo lavoro dovrebbe scomparire nel nulla?Non c’è alcun episodio che abbia fatto presagire una tale scomparsa, e i Carabinieri sono troppo presi da altri reati ben peggiori, per indagare a fondo.
Riuscirà l’intuitivo e capace ex giornalista ad accogliere positivamente la richiesta del suo amico? Riuscirà a muoversi all’interno dei meandri bui e oscuri di Montecitorio?
Un giallo ambientato a Roma, dove quest’ultima è tutt’altro che la capitale della bellezza, ma è soltanto una città dove regnano incontrastati il malaffare, le beghe politiche, gli interessi e i giochi sporchi di una classe ormai alla gogna. E’ una Roma buia e oscura quella dipinta con precisione da un autore, che dimostra di conoscere i meccanismi insiti alla classe politica in modo eccellente. Ne scaturisce una lettura di genere che intriga ed avvince il lettore, a tratti disgustandolo per la bassezza umana che vi regna, ma sempre avvincendolo con una storia ricca di malia e di suspence.
Ne completa l’analisi una trama compatta e ben elaborata, uno stile di scrittura preciso e fluido e personaggi abilmente tratteggiati, con minuzia di particolari. Dunque ne consegue una lettura appassionante che fa riflettere sulla nostra società e su chi la governa. Buona lettura!