Il paradiso non ha un angolo retto
La dipendenza da un uomo affascinante, una crisi d’identità, l’apparenza. Il profilo di una giovane aristocratica napoletana, Maria Vittoria D’Orta e il suo legame malato. Due carabinieri della stazione di Largo Ferrandina a Chiaja coinvolti in un’indagine complessa. Pochi indizi, poche tracce. L’intuito del vecchio cronista di nera che stravolge gli ordini. Napoli è palcoscenico ideale per questo noir dai contorni sfumati, con i suoi antichi cortili, gli archi e luoghi di immenso valore storico: qui le donne sono vittime e carnefici, in un intreccio di colpi di scena.
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Recensione a cura di Dario Brunetti

Per scrivere noir apprezzabili e credibili dal punto di vista della narrativa di genere, si devono avere dei punti di riferimento ben specifici , ma soprattutto maestri dai quali apprendere e che possano a chi si approccia per la prima volta nella stesura di un testo dare qualche utile consiglio.

Quando poi capita di leggere il romanzo dell’esordiente autrice partenopea Paola Iannelli si scopre che la mia premessa porta a delle reali quanto veritiere conferme.

il paradiso non ha un angolo retto, noir edito dalla casa editrice Homo Scrivens non è niente meno che l’inconfutabile prova.

Un romanzo noir stilisticamente perfetto scritto con maestria, dove l’autrice si distingue per la doverosa cura per i dettagli e per quei personaggi così ben caratterizzati alla perfezione che si muovono intorno a una Napoli sempre più affascinante.

Interessante la chiave psicologica del romanzo, dove la vittima è tradita proprio da quel veleno di belladonna che si distingue proprio per quell’aspetto invitante e per il sapore gradevole.

Il dottor Gaetano Sbarbaglia, un ricco e distinto dietologo viene trovato morto nel suo studio, si prendeva cura in modo maniacale di far perdere peso ad una giovane aristocratica, Maria Vittoria D’Orta del quale nutriva un legame che lo porterà inevitabilmente alla follia.

Le donne non sono nientemeno delle povere cavie che per rinunciare al loro peso, devono diventare delle vere e proprie modelle, facendo venir fuori tutto il loro valore dal punto di vista estetico, per accontentare un uomo a cui sta sfuggendo la situazione di mano a causa del suo lato sadico.

Il romanzo mi ricorda il film del 2004 del regista Matteo Garrone, dal titolo Primo amore dove il protagonista, un orafo interpretato da Vitaliano Trevisan, era ossessionato dalla leggerezza del corpo magro e leggero da innamorarsi morbosamente di una ragazza, interpretata da Michela Cescon, che sarà costretta ad una serratissima dieta per soddisfare le esigenze del tutto aberranti del suo compagno.

Questo film fu tratto dalla storia autobiografica dal titolo il cacciatore di anoressiche di Marco Mariolini.

La parafilia si concretizza anche nel dottor Sbarbaglia che lo porta ad avere un’attrazione per le donne anoressiche e scheletriche.

Qualcuno ha deciso di metter fine al suo desiderio morboso, e a indagare sulla sua morte sono chiamati il brigadiere Titta Longano che affiancherà il commissario Vittorio De Mattei coadiuvato dal vice brigadiere Sommella, inoltre abbiamo la dottoressa Maffettone e per completare la squadra il brillante giornalista di cronaca nera Gegè.

Una compagine di tutto rispetto, per un caso complicato che non è assolutamente facile da ricostruire, se non si hanno tutti i tasselli al posto giusto per completare il mosaico, proprio come i migliori gialli lo richiedono.

Prova maiuscola di Paola Iannelli, che attraverso un romanzo di buona fattura, costruito su un solidissimo impianto narrativo, ci conduce nel lato perverso della mente umana, delle sue devianze psicologiche e di quel maldestro lato affettivo che può degenerare in una comune relazione tossica.

Ambientato nei salotti della Napoli Il paradiso non ha un angolo retto è un noir tutto da gustare, che catalizza l’attenzione del lettore che resterà colpito apprezzando la scrittura immediata e coinvolgente dell’autrice.

Un’indagine di un omicidio silenzioso che non lascia tracce.

Buona lettura !

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