Recensione a cura di Manuela Fontenova
Piergiorgio Pulixi è uno degli autori italiani più apprezzati dai lettori, tante sono le doti che abbiamo imparato ad amare nella sua scrittura: l’arte di saper legare e fondere le parole in una prosa che scivola come una poesia ma che tocca il cuore e le paure più recondite, la capacità di saggiare l’animo umano e accarezzare i sentimenti più nobili come quelli più oscuri.
Questo 2022 ci ha sorpreso con l’uscita in libreria di un Pulixi in una veste nuova, l’autore si è infatti cimentato con una narrativa per ragazzi o meglio una storia per “lettori dagli 11 ai 111 anni” “Il mistero dei bambini d’ombra”.
La storia è ambientata nella cittadina americana di Stonebridge dove trenta anni prima, esattamente nel 1984, tutti i bambini al di sotto dei 13 anni scomparvero misteriosamente senza che nessuno poté mai trovarne la minima traccia. I “Bambini d’ombra” li chiamano gli adulti che impotenti si videro privati dei propri figli, nipoti, alunni. I bambini d’ombra che non esistono più ma che sussurrano nel vento, che fanno sentire la loro presenza ai margini del bosco che circonda la città.
Dopo trent’anni la storia sfiora la leggenda, i ragazzi stentano a credere che sia realmente successo, come Jake, convinto che sia una scusa usata dai genitori per non far tardare i figli la sera. Ma la realtà supera la fantasia quando Jake scopre che suo zio Ben sparì insieme a tutti gli altri. E cos’è quell’alone di mistero che sta ricoprendo la città? Che fine ha fatto Mike, amico del cuore e inseparabile compagno di avventure?
In una città in preda al panico Jake e i suoi amici si troveranno a svelare un antico mistero che da troppo tempo attanaglia Stonebridge: le armi della bizzarra combriccola che si va formando saranno il coraggio, la forza della spensieratezza, l’amicizia e una palla da baseball da collezione appartenuta allo zio Ben, una preziosa “Ernie Ball”.
Un’avventura fantastica alla riscoperta di antiche battaglie e riti ancestrali, un passaggio di vita che segnerà i ragazzi per sempre, un momento di crescita e consapevolezza.
Piergiorgio Pulixi ci ha raccontato da dove nasce l’idea di questo breve romanzo, ci ha parlato del desiderio di riportarci in quell’età in cui valori come l’amicizia e la fratellanza sono così importanti da farci credere di poter compiere qualsiasi azione. Per narrarci la sua storia ha chiesto aiuto a Stephen King, a serie tv come Stranger Things, per non parlare degli amatissimi Goonies che noi “bambini” degli anni ’80 porteremo sempre nel cuore. Sicuramente è un Pulixi diverso, inaspettato e forse non all’altezza del narratore che conosciamo. Non sapevo cosa aspettarmi prima della lettura e devo essere pienamente sincera nel dirvi che non mi ha convinto: alcuni dettagli nella storia mi lasciano perplessa, così come l’evoluzione degli eventi. Mi rendo conto che parliamo di un mondo magico, ma credo che anche la magia debba rispettare delle regole e non fornire facili scorciatoie per arrivare senza fatica alla risoluzione di ogni imprevisto.
Mi spiace perché l’idea è bella e potenzialmente vincente, lo svolgimento della trama lascia però un senso di insoddisfazione che non è proprio della scrittura di un grande autore come Pulixi.