Sin dalle prime pagine sarà possibile evincere le nefaste ripercussioni dell’amnesia sul comportamento del commissario Zaccaria Argenti che viene anche invitato a “prendersi una vacanza” dai suoi superiori. Maya Bolla, collega di Argenti, a tratti sembra esser stata qualcosa di più per l’uomo e sarà interessante scoprire se (e come) aiuti Zac a “ritrovare la memoria”.
Al centro della narrazione è la morte di una giovane ragazza, appena diciottenne. Non sarà facile per gli inquirenti mettere ordine nella vicenda in quanto non ci sono indizi significativi utili al proseguire delle indagini.
A un certo punto vengono introdotti ulteriori personaggi, come Andrea e Petra ed Edoardo e Colette: se inizialmente sembrano totalmente slegati dalla narrazione, un filo conduttore c’è, e a tempo debito l’autore ce lo farà scoprire.
De Filippis ci porta a riflettere su cosa significhi dover fare i conti con un’amnesia e quanta pazienza e tenacia occorra per non lasciarsi prendere dallo sconforto, nei momenti in cui sembra impossibile uscire dal limbo. Inoltre, un altro tema saliente è la verità: è qualcosa di razionale o ha più a che fare con l’intuito?
Singolare sarà la spiegazione del titolo del libro: probabilmente se ne intuirà presto il significato, ma l’autore ci stupirà egregiamente, soprattutto nell’epilogo.
Grazie al ritmo incalzante, la lettura sarà molto piacevole!