Il delitto in casa Taddei
21 Agosto 1932. Un uomo viene ucciso per rapina davanti alla stazione di Genova. In un imprecisato giorno del XVI secolo scompare il rigattiere Messer Stefano. A legare i due fatti la sottrazione, il rinvenimento e la sparizione di un Raffaello sconosciuto. Chiamato sui colli fiorentini a indagare sulla scomparsa del capolavoro, Di Matteo deve confrontarsi con uomini, donne e un’antica maledizione. Ritorna in questo romanzo la Marchesa Olimpia delle Rose di Chiare Fresche Dolci Acque e la sua passione per l’arte in un Paese dove ogni giorno si possono scovare capolavori anche nelle cantine di vecchie dimore. Di Matteo scoprirà che il desiderio di possederli ha spesso travolto e cambiato gli uomini e le donne migliori sia nel ’32 sia nel millecinquecento.
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Quinta avventura per lo scrittore Giudici con la suite Di Matteo, il giovane commissario dai baffetti alla Hercule Poirot, è alle prese con un omicidio in pieno giorno, un uomo appena arrivato a Genova è stato ucciso e al tempo stesso rapinato.

Un maledetto quadro che semina morte, scompare e riappare per poi sparire nuovamente. È proprio un dipinto di Raffaello l’oggetto di contesa di tanti che non lascia scampo, e che vede Di Matteo scendere in campo e indagare sulla misteriosa scomparsa di questo incredibile ed enigmatico capolavoro.

L’autore con la solita maestria separa due epoche, quella legata al XVI secolo che vede la scomparsa del rigattiere Messer Stefano e quella dell’estate del 1932, regalandoci due racconti in un’unica storia.

Giallo tecnicamente riuscito e non c’erano dubbi, trama forse leggermente appesantita, ma l’idea di suddividere il romanzo risulta sorprendente per un autore sempre in grande spolvero che alterna i personaggi portandoli da un romanzo all’altro (questa è la volta della Marchesa Olimpia Delle Rose già vista nella terza avventura della suite Di Matteo), ne giova sicuramente la storia che riprende il tema dell’arte.

Collezionisti, critici, storici dell’arte e nobildonne dai gusti altamente raffinati sono i personaggi che ruotano attorno ad una storia dove il possesso di un oggetto prezioso come il quadro di Raffaello renderà loro schiavi e avidi a tal punto da arrivare a commettere un delitto.

Il commissario Di Matteo non starà certo a guardare e come al solito attenderà l’assassino al varco.

Giudici non sbaglia un colpo e Il delitto di casa Taddei ne è la dimostrazione, un giallo elaborato e costruito perfettamente, con personaggi ben delineati per una storia dove il colpo di scena è assicurato, come vuole la tradizione di questo genere letterario ormai intramontabile.

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