Il delitto di Vico San Domenico Maggiore
Napoli 1940. Alla vigilia dell’entrata dell’Italia in guerra, dentro la bolla di normalità irreale che avvolge la città, due eventi segnano il lavoro del commissario Alberto Sorrentino, da poco stabilitosi nella nuova sede della Questura: l’arresto di un giovanissimo borseggiatore, tra la cui refurtiva spicca un ciondolo prezioso a forma di croce, e l’omicidio cruento di un ricco chirurgo, imparentato con la nobiltà napoletana e ammanigliato con pezzi grossi del partito fascista. I casi, all’apparenza molto distanti, condurranno il commissario, a sua volta segnato da una storia personale in bilico tra ricerca d’amore e voglia di solitudine, verso un’unica indagine, fino a certi locali interrati di vico San Domenico Maggiore connessi in qualche modo alla leggendaria figura del Principe di Sansevero. Alla luce degli interrogatori meticolosi che fondano il suo metodo d’indagine, nel mentre condivide ipotesi investigative con l’amico cronista e notti insonni con la donna più vera che abbia mai conosciuto, insensibile a qualsiasi sollecitazione del regime, Sorrentino arriverà alla soluzione del mistero in maniera inaspettata, ricavandola da un contesto di dolore, violenza e prevaricazione. Lo stesso al quale la guerra imminente sembra preludere.
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Recensione a cura di Dario Brunetti

Dopo l’ottimo esordio con il romanzo Il delitto di via Crispi n 21 che le è valsa la vittoria al Garfagnana in Giallo 2019 e del Premio Letterario Toscana nel 2020, torna Lidia Del Gaudio con un giallo storico dal titolo Il delitto di vico San Domenico Maggiore che vede protagonista per la seconda volta il commissario Alberto Sorrentino.

Siamo nel 1940 e Napoli è in forte apprensione per l’entrata dell’Italia in guerra, dopo l’incontro del 18 marzo tenutosi al passo del Brennero, tra Benito Mussolini e il suo alleato Adolf Hitler, il dittatore italiano assicurerà che il nostro paese si farà trovare pronto e se nel 1939 l’Italia invase e occupò l’Albania, il 10 giugno proprio l’Albania seguirà l’Italia in guerra contro Gran Bretagna e Francia.

Intanto due casi scottanti investono la questura di Napoli, riguardano l’arresto di Santino Cacciapuoti, un giovane borseggiatore, il quale è entrato in possesso di un preziosissimo ciondolo a forma di croce e l’omicidio di un noto medico chirurgo appartenente ai salotti della Napoli bene e a gente di spicco del partito fascista.

Due indagini apparentemente scollegate tra di loro ma che porteranno il buon commissario Sorrentino a concentrarsi su fatti appartenenti alla fine del XIX secolo, avrà l’ausilio di Marinella Varriale, una ragazza avvenente da far perdere la testa al protagonista, esperta di storia dell’Arte andranno alla scoperta di leggende che ruotano attorno all’importante figura di Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, un nobile accademico italiano e originale esponente del primo illuminismo europeo. Un viaggio attraverso il mondo della magia e dell’esoterismo perché il principe Raimondo Di Sangro fu una figura dalla duplice personalità, un uomo che è riuscito sempre a essere sfuggente, poliedrico quanto geniale, ecclettico e al tempo stesso misterioso, enigmatico come non mai.

Una narrazione limpida e cristallina, una prosa elegante e raffinata accompagnano la lettura di un giallo storico di altissima qualità, un romanzo avvolgente che ci conduce in una Napoli tra vicoli e piccole strade dove si respirano gli odori e i sapori della città, di quei quartieri che scopriranno molto presto il dolore e la sofferenza perché il capoluogo partenopeo durante la seconda guerra mondiale sarà la città italiana più colpita dai bombardamenti.

Ancora in tempo per vivere l’amore tra il commissario Sorrentino e la giovane Elisa, di stringersi in quei teneri abbracci anche leggermente soffocanti ma carichi di calore umano.

Cosa ci riserverà il prossimo giallo dell’autrice napoletana, che seguendo questo filone narrativo in modo egregio, ha saputo raccontarci la storia del nostro paese.

Avevo notevolmente apprezzato le spiccate doti di giallista di Lidia Del Gaudio già nel precedente romanzo, e ritengo che è stata un eccellente scoperta in questo panorama letterario e ho atteso il sequel con grande entusiasmo e devo affermare con profonda convinzione che non ha tradito le attese, fornendo un testo di pregevole fattura con una documentazione storica che è frutto di un lavoro certosino.

Un’altra prova decisamente maiuscola che sono sicuro si andrà ad aggiungere al prossimo romanzo che i lettori amanti di questo genere letterario non si faranno di certo sfuggire, penso che lo stile di un’autrice è inconfondibile e lo si riconosce facilmente soprattutto se lo si apprezza, ecco Lidia Del Gaudio è riuscita secondo me, già ad abituare il lettore, grazie ad un secondo romanzo che si contraddistingue per struttura e per una trama costruita in maniera impeccabile.

Appuntamento al prossimo episodio !

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