Recensione a cura di Dario Brunetti
Il delitto della vedova Ruzzolo è il nuovo romanzo di Alessandra Carnevali edito Newton Compton, continua la serie dedicata al commissario Adalgisa Calligaris.
Chiamata a indagare sull’inspiegabile delitto che vede coinvolta un’anziana vedova che viveva da sola, si tratta della signora Ercolina Ruzzolo.
Particolare importante che non sfuggirà agli inquirenti la donna aveva tra le mani un rosario che emana una luce fosforescente.
Adalgisa e i suoi collaboratori si mettono sulle tracce dei familiari che non proprio amavano del tutto la signora Ercolina, a cosa è dovuto questo astio nei suoi confronti?
Quando un’altra vedova sarà assassinata con le stesse modalità e sul luogo del delitto verrà trovato un rosario somigliante al precedente, l’indagine prenderà degli sviluppi inquietanti, siamo di fronte a un serial killer di donne anziane e sole? Perché vengono colpite persone così innocenti e cosa spinge l’assassino a compiere omicidi che sono completamente fuori ogni logica umana?
Non ci sono ammanchi di denaro e quindi cosa spinge l’omicida a colpire?
Non ci sono solo gli assassini delle povere vedove a tenere impegnata Adalgisa e la sua squadra, c’è anche un giro di oggetti trafugati da tombe etrusche che vede coinvolto un venditore di oggetti sacri, un personaggio lugubre quanto misterioso.
Non sarà il solo, una trans da una doppia vita, un marito infedele, un prete con un passato da animatore di villaggi turistici e dei parenti serpenti ( per citare un famoso film del 1992 di Mario Monicelli) a dar vita a un giallo fresco, godibile e ricco di colpi di scena e poi come sempre ci sono loro i protagonisti: Adalgisa Calligaris, un commissario che fa dell’immediatezza, uno stile di vita, ironica e con la giusta umanità che viene fuori nei momenti decisivi assieme al suo acume investigativo degno del miglior Hercule Poirot, l’ispettore Matteo Corvo sempre pronto ad affiancarla nelle indagini e a darne un prezioso contributo e infine suo marito Gualtiero ex magistrato in pensione che delizia sua moglie Adalgisa con delle prelibatezze della migliore cucina umbra.
Alessandra Carnevali serve ai lettori un altro giallo di buona fattura che si avvale di una prosa fluida e dai toni leggeri, il testo concentra l’attenzione anche su un tema particolarmente caro e delicato, la solitudine degli anziani a volte abbandonati dagli stessi figli.
La solitudine dei dimenticati che si contrappone all’amicizia di Adalgisa che approfitta di quei piccoli momenti di svago per concedersi serate all’insegna dell’ottimo cibo e della buona compagnia, a volte anche leggermente indesiderata quando si tratta di vecchie relazioni sentimentali che si vorrebbero rimuovere.
Rivorosso umbro, l’ambientazione immaginaria che accompagna la serie, si tinge ancora una volta di mistero e di intrighi che inchiodano il lettore, alla fine nei gialli vince sempre la curiosità e quel sano intrattenimento che rispolvera i classici del genere, l’autrice è così riuscita ad amalgamare al meglio una trama ben collaudata servendosi di quei giusti incastri che ne diventano il vero valore aggiunto.
Ennesima prova maiuscola!