Recensione a cura di Dario Brunetti
Il commissario Maugeri e la Compagnia della Morte è il nuovo romanzo dell’autore milanese Fulvio Capezzuoli uscito per la Todaro editore.
Il commissario Gianfranco Maugeri e il fido ispettore Valenti si trovano alle prese con una misteriosa scomparsa: si tratta di Silvano Bergonzi, fondatore delle Officine Meccaniche Bergonzi S.r.l in società con l’ingegnere Carlo Bussetti.
L’uomo è coniugato con Liliana Bartoli ed è padre di due bambini molto piccoli.
Una famiglia apparentemente normale, con una posizione alquanto privilegiata potrebbe nascondere dei segreti? Come si spiega la scomparsa di un potente industriale senza lasciare alcuna traccia nell’incredulità generale?
Intanto nella Penisola si scatena un’imprevista scia di sangue, ci sono più omicidi da dover fronteggiare, uomini legati ad un passato di inaudita violenza che hanno trovato davanti un assassino che senza pietà è disposto a portare a termine la sua vendetta.
Infine c’è il gioco d’azzardo ad allietare le autunnali serate milanesi, viene individuata dagli inquirenti una bisca clandestina e come se non bastasse c’è una fantomatica Compagnia della Morte e qui è meglio non andare oltre….
Ed è così che lasciandosi trasportare nella lettura di questo imperdibile noir scritto con la solita classe ed eleganza da Fulvio Capezzuoli, gli amanti del genere potranno discernere la fantasia della realtà.
Forse l’unica Compagnia della morte realmente esistita era quell’unità militare di cavalieri capitanata dal condottiero Alberto da Giussano che difese il Carroccio della Lega Lombarda contro l’esercito di Federico Barbarossa in un lontanissimo 1176. Ma questo romanzo prende come riferimento fatti accaduti che avranno un impatto devastante sulla vicenda, soprattutto dell’attuale Slovenia, a quei tempi Jugoslavia, e precisamente nel paese di Idriske Krnice.
A questo punto bisogna chiedersi, vi è un collegamento tra la sparizione dell’industriale milanese e i delitti seriali accaduti? E’ qualcosa che appartiene a un passato che inesorabilmente viene a galla ed è possibile che la sete di sangue di criminali di un tempo non si sia ancora arrestata e sia tornata a colpire da non lasciare alcun sospetto?
Bisogna ricostruire eventi appartenenti alla Seconda Guerra mondiale per trovare un filo conduttore alle varie vicende, come ne uscirà il commissario Maugeri da questa indagine così articolata e complessa e dove la sconfitta sembra solo in apparenza trovare un posto riservato in prima fila.
Troveremo il protagonista più che mai coinvolto, mai arrendevole e sempre più determinato a cercare delle mani sporche di sangue disposte a uccidere per avidità o per vendicare un torto da far pagare a caro prezzo.
Amalgamare una trama strutturalmente elaborata è da maestri del noir, Capezzuoli ancora una volta regala un romanzo di struggente bellezza in una Milano del 1949, triste e malinconica coperta da quel cielo bigio, cupo proprio come la storia che ha voluto raccontarci.
L’autore milanese non ha bisogno di conferme, soprattutto per uno come me che si appassiona con entusiasmo alle sue storie da un bel po’ di tempo, mi rimane la profonda convinzione e l’assoluta certezza della sua abilità nel costruire romanzi di straordinaria fattura. Nel commissario Maugeri e la Compagnia della Morte, a mio avviso posso affermare che si è ancor di più superato perché nel suo impianto narrativo e nel suo difficile intreccio è riuscito far valere e mettere in evidenza le sue qualità di abile romanziere, questi aspetti sono determinanti perché io ritenga questo pregevole testo, il migliore della serie dedicata a questo incredibile personaggio.
Se mi ci sono affezionato alla fine ci sarà un motivo!
A presto commissario!