Recensione a cura di Dario Brunetti
Torna uno dei più raffinati ed eleganti autori del giallo storico italiano, Fulvio Capezzuoli firma il suo nuovo romanzo dal titolo Il commissario Maugeri e il pianista russo.
Un misterioso pianista russo Ivan Golubev, dopo una sua esibizione alla festa dell’Unità di Milano, si trova davanti ad un cadavere. Arrestato dalla polizia dovrà dimostrare la sua innocenza per l’assassinio di un truffatore, una volta scagionato grazie al provvidenziale intervento del commissario Maugeri che vuole evitare che si commetta un incidente diplomatico con il consolato sovietico, rimarrà invischiato nuovamente nella morte di un esperto d’arte.
Un traffico di opere d’arte e cimeli appartenenti alle ricche famiglie ebree uccise per mano dei tedeschi, ma un’opera preziosa di Rublev come il Chrystus Pantokrator sarà l’oggetto mirabilmente contemplato che determinerà un’inspiegabile scia di sangue.
Ma come sempre nei gialli, ogni mistero inquietante tende a rivelarsi nel suo male più ancestrale, soprattutto se siamo di fronte all’arrivismo sfrenato degli uomini, all’esasperante avidità che si trasforma in violenza.
L’autore costruisce un romanzo dal solido impianto narrativo, avvalendosi del periodo del dopoguerra, risultando ancora una volta congeniale e adatto per farci rivivere le atmosfere di un paese che si porterà forse per sempre le cicatrici di un passato che non vuole scomparire, rimanendo impresso nelle menti di coloro che non hanno mai dimenticato.
Eventi che si susseguono tenendo alta la tensione del lettore che resterà affascinato da una trama ben elaborata, grazie a un formidabile intreccio da dipanare, ma si sa che le indagini più complicate portano a una fatidica resa dei conti anche per chi si crede inafferrabile da sfuggire alla giustizia.
Per Maugeri verrà come sempre il momento di godersi quel tanto atteso calore famigliare in una splendida estate del 1949.
Con Il commissario Maugeri e il pianista russo non scopriremo solo un giallo di ottima fattura, ma faremo un piccolo viaggio attraverso lo straordinario mondo dell’arte, della bellezza di un’opera di grande fascino come il Chrystus Pantokrator (raffigurazione di Gesù in gloria) e di Andrej Rublev, il più grande pittore di icone che fu venerato santo dalla Chiesa ortodossa russa.