Genere:
Il cinese
Luca ha un distintivo della polizia e un cognome che suona strano. Luca Wu è il primo vicequestore italiano di origini cinesi, ed è in forza al commissariato di Tor Pignattara, Roma Est, quartiere dagli intrecci multi-culturali, crocevia di popoli e storie. Grande è la confusione sotto il cielo della Capitale, ma la situazione è tutt’altro che eccellente. E quando proprio a “Torpigna” due rapinatori ammazzano un commerciante cinese insieme alla sua bambina, gli eventi precipitano. Adesso c’è un grosso guaio nella Chinatown romana e per risolverlo serve uno sbirro come Wu. Figlio ribelle e marito infedele, esperto di kung fu e seduttore incallito, il vicequestore inizia a indagare nell’universo parallelo di una comunità tanto radicata quanto impenetrabile, misurandosi con i dubbi sulla propria appartenenza. Tra laboratori clandestini e banche segrete, inconfessabili connivenze e diaboliche speculazioni, finirà per scontrarsi con il potere delle famigerate Triadi e con il progetto di morte di un’oscura mente omicida
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Le scatole cinesi sono complesse, eleganti, affascinanti. Hanno coperchi pregiati con dipinti esotici che ci fanno sognare, esattamente come questo nuovo romanzo della Collana Nero Rizzoli. La copertina si palesa come la porta d’ingresso di questo scrigno di autentica eleganza. Andrea Cotti, l’autore, è l’artefice di questa creatura sontuosa.

Luca Wu è il Vice questore, trentaquattrenne nato in Italia da genitori cinesi, perennemente in bilico tra le sue radici e la famiglia italiana, in precario equilibrio e stretto tra le due culture che lo destabilizzano.

I frequenti dialoghi in collegamento Skype con suo padre e i nonni mi rinfrancano l’animo e infondono a lui la giusta dosa di saggezza che lo porterà a condurre una squadra a Roma.

Il suo intervento è richiesto per una presunta rapina finita tragicamente nel quartiere Tor Pignattara, fulcro della comunità cinese.

Abile Wang “Wang jiang” e sua figlia Profumata “Wang Fanfang” vengono ritrovati uccisi e l’equilibrio dell’intero quartiere rischia di cedere. Il Guanxi è l’ingresso ufficiale per questo mondo parallelo all’interno delle nostre città. Ogni tassello – proprio come nel gioco – è parte fondamentale di questo sistema, un mondo intricato e concepito per essere silente, autofinanziarsi e per produrre lauti introiti.

“Il Filo Di Seta”, il laboratorio tessile, le Wumin “ragazze senza nome”, sono alcuni aspetti di questa struttura perfettamente radicata. Anche “Il Cerchio Felice”, associazione culturale che cerca di promuovere, mantenere salde e vive le tradizioni, avrà un ruolo fondamentale. Il suo Presidente “Vecchio Zhao” sarà estremamente efficace per avvicinarsi e addentrarsi in questa trama truculenta.

L’intricata trama viene ordita con molta cura, le scene sembrano vere sequenze cinematografiche, e per alcune mi sento protagonista con Luca Wu.

Una penna che sa decisamente gestire e incidere la carta, che evidenza Il Drago e le sue mille contraddizioni. L’atmosfera cupa viene parzialmente alleggerita da nomi esotici, quasi suoni. I Draghi senza Testa e Senza Coda mi riconducono a fiabe lontane e capaci di carpirmi sin da piccola. Le tessere di questo incastro scorrono fluidamente e le seicento pagine non sono un supplizio, bensì mi regalano un mondo nuovo, oscuro, dove tutto è l’inizio di qualcosa. Un mondo progettato esclusivamente per monetizzare.

La figura di Luca Wu è il nucleo vitale del romanzo, con il suo modo di agire fiero, scrupoloso che combatte quotidianamente i suoi dilemmi e che lo rende vero, umano. La sua ferita aperta (il suo privato), che fatica a rimarginarsi lo rende  ancora più vulnerabile.

49, 415, 426, 432 Appare come una sequenza bizzarra, quasi una lotteria natalizia, ma cosa si cela dietro questi numeri?

Sono ormai giunta alla conclusione di questo rompicapo che ha evidenziato e rivelato un nuovo mondo, parte integrante della nostra società. Chiudo a malincuore questa scatola, mi riservo di tenere il numero 489.

Chissà cosa rappresenta?

Cari amici lettori, lo lascio scoprire a voi.

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