Il cane di Falcone è il nuovo romanzo dell’autore palermitano Dario Levantino uscito nel 2022 per la Fazi editore.
Un testo di pregevole fattura e di rara bellezza scritto con uno stile semplice e accessibile anche ai più giovani. Un viaggio letterario sospeso tra realtà e immaginazione che vede l’incontro di Uccio, un cane randagio e un uomo solitario. Quell’uomo è Giovanni Falcone.
Le cure amorevoli di un uomo nei confronti di un cane che ha visto sin da cucciolo il dolore del distacco dalla madre uccisa a colpi di bastone.
Questo pericoloso oggetto diventa strumento di ferocia e di crudeltà dell’uomo. Infatti bastone unito alla parola capo diventa capobastone. Questa figura di rilievo nell’organizzazione mafiosa dirige le attività criminose di una determinata zona invece nell’ndrangheta è a capo di un’ndrina che è a capo di una famiglia mafiosa locale.
Uccio è un cane che ha sofferto tanto rischiando più volte di morire, ma una notte Giovanni Falcone mentre era nell’atrio del suo tribunale gli va incontro e lo accarezza con amore. Da quel giorno Uccio e Giovanni diventeranno per sempre amici.
Uccio vede nel magistrato la figura di un padre che gli insegnerà cosa vuol dire diventare coraggiosi.
L’autore ha costruito questo romanzo dando un tocco fiabesco a una storia realmente accaduta, il cane Uccio è davvero esistito e ci sono foto in cui è presente vicino alla statua del magistrato che ha combattuto la lotta alla Mafia assieme al suo amico e collega Paolo Borsellino.
Falcone e Borsellino sono gli eroi di un’Italia che non ha mai dimenticato il loro sacrificio, ma ancora oggi come allora questi uomini vengono traditi dallo Stato. Ancora oggi il procuratore della Repubblica del Tribunale di Catanzaro Nicola Gratteri nel momento in cui viene interpellato ricorda che al loro funerale erano presenti dei politici, gli stessi che li osteggiavano nella lotta a Cosa Nostra. Sono parole che lasciano profonde ferite nell’animo umano ma che non scalfiscono il coraggio e la determinazione di uomini come Falcone e Borsellino che hanno svolto il loro lavoro con onestà.
L’onestà della gente perbene paga un prezzo molto caro e allora non ci resta che rivivere la storia di un magistrato attraverso lo sguardo innocente, pulito e al tempo stesso rassicurante di un cane che racconta le operazioni condotte da suo padre coadiuvato dal suo pool investigativo per contrastare il potere mafioso.
In una Sicilia in cui regna l’omertà, le morti di Falcone prima e Borsellino dopo hanno dato un segnale forte alla popolazione facendola scendere in piazza e manifestare contro la Mafia e di trovare il coraggio, proprio quel coraggio che Uccio ha preso come esempio dal suo papà Giovanni.
Il coraggio ci renderà vivi per sempre e soprattutto persone migliori, facendo valere le nostre idee anche a costo di morire, proprio come insegna un testo del chansonnier francese Georges Brassens e poi riproposto in italiano da Fabrizio de Andrè “Morire per delle idee” .
Il cane di Falcone è un romanzo intenso e struggente che emoziona e sa toccare le giuste corde del nostro cuore.
Il dialogo tra un cane e il suo papà in cui ci raccontano il bene e il male di questo mondo, e dove si insegna il forte senso della giustizia e di quei valori imprescindibili nel rispetto di una società pronta a fare valere i suoi diritti.
Palermo è una città in cerca ancora oggi di riscatto, ma occorre non essere più ancorati a un regime omertoso e prendere esempio da uomini come Falcone e Borsellino e tanti altri che hanno pagato con la loro vita cercando la verità, molto spesso insabbiata e ostacolata dallo stato.
Il romanzo si avvale della preziosa prefazione di Maria Falcone, sorella del magistrato che ancora oggi porta la testimonianza sulla lotta a Cosa Nostra cercando di educare le nuove generazioni al rispetto della legalità e della giustizia.
Le stragi di Capaci e via d’Amelio rappresentano ancora oggi un pezzo di storia del nostro paese, un ricordo vivido che affiora e difficilmente si dimentica, occorre svegliarsi per non piegarsi al sistema di un paese che presta sempre più il fianco alla corruzione.
Falcone e Borsellino ci hanno indicato la via dell’onestà cercando di saper resistere nell’affrontare le avversità della vita con la giusta determinazione; dovremmo essere loro grati e andare fieri di quel che hanno voluto insegnarci, bisogna farsene carico e tramandarlo ai nostri figli che rappresentano il futuro del nostro paese.