Recensione a cura di Adriana Rezzonico
“Signore misericordioso
Ti prego
Spalanca loro gli occhi
E se proprio non puoi
Allora chiudiglieli…”
“Bang!” Inizia così ogni singolo capitolo di questa mia nuova lettura.
Incedo in questa trama come in una navata di una cattedrale, con un certo interesse e con quella riverenza che si riserva ad una divinità.
Una storia che si dipana quasi come una funzione, un rito macabro, e gli omicidi sono regolati da una cadenza dall’apparenza innocua, quasi fortuita e inusuale.
L’autore emergente, dopo aver vinto numerosi premi, sceglie in maniera ardita di usare due piani temporali.
Non è semplice gestire il passato ricco di nozioni storiche e incastrare i numerosi tasselli senza far perdere dinamicità al racconto.
Cosa accumuna le vittime, a parte la stessa macabra posizione? Cosa si insinua nella mente del killer? Come sceglie le sue vittime, e perché si sazia di loro?
Da attenta lettrice, dopo circa trenta pagine, un‘ipotesi si fa largo nella mia testa e il flusso dei miei pensieri sceglie una direzione.
Marco Rinaldi è il Commissario titolare dell’inchiesta. Avere una suoneria con la marcia funebre non lo fa apparire particolarmente attraente e neppure goliardico. Di indole remissivo, non ama esporsi e persino nella vita privata – a suo dire – è un campione di sottrazione. Seppur fragile, riuscirà a risolvere questa spinosa indagine.
Mi congratulo con l’autore per questo romanzo innovativo e fuori dalle solite rotte.
Bang! Anche stavolta la scelta editoriale della Collana Comma 21 mi ha felicemente sorpreso.
Posso aspettarmi un seguito?