I segreti di Rachel Jordan
Ormai sommersa dai debiti, la giovane Rachel non crede alla sua fortuna quando le viene offerto un lavoro presso un’azienda di successo. L’edificio che ospita la società ha però una storia tragica, cosa che inizialmente la incuriosisce, almeno fino a che quel senso costante di inquietudine non comincia a perseguitarla. Il lavoro di ogni giorno si trasforma ben presto in un incubo, ma Rachel non ha scelta, e se non vuole finire in mezzo a una strada deve tenere duro senza farsi suggestionare da stupide storie. In fondo, ormai è acqua passata, no? Ne è quasi convinta, quando una terribile scoperta le fa comprendere il pericolo che sta correndo e il presente e il passato si fondono improvvisamente in un affresco dai contorni agghiaccianti. Di che cosa si occupa davvero la società per cui lavora?
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Recensione a cura di Alessandra Rinaldi

Rachel è una ragazza di quasi trent’anni. Vive a Londra e, per una serie di circostanze sfortunate, si ritrova piena di debiti e senza un lavoro.

Abita in una stanza in affitto, insieme ad altri ragazzi ed è grazie a uno di questi, Jed, che finalmente trova un’occupazione ben retribuita.

È proprio il caso di affermare che i soldi non fanno la felicità. Michael, il datore di lavoro, è un tipo a dir poco bizzarro e Joanie, la sua segretaria personale, si adopera per strappare la ragazza dalle grinfie di un capo dispotico.

Dopo pochi giorni Rachel si trova a lavorare in uno scantinato insieme a colleghi che la ignorano. In quel luogo angusto e raccapricciante è vietato scambiarsi anche solo una parola.

E proprio a causa del seminterrato riaffiorano antichi timori. La ragazza ci trascina nel suo mondo. In un passato tutto da scoprire e un presente in bilico tra realtà e fantasia, tra normalità e diversità.

Una lettura sospesa tra la pazzia della protagonista e la stranezza dei personaggi che le ruotano attorno.

Rachel si trova proiettata all’interno delle sue fobie. La paura degli spazi angusti, l’orrore per il fuoco, il dolore per la perdita di persone amate. La donna si trova serrata in situazioni che le sembrano paradossali e la fanno dubitare della sua sanità mentale.

Quello che colpisce di questo romanzo è la sensazione di claustrofobia. Non solo quando ci si trova rinchiusi, ma la percezione di ansia e di oppressione trasuda in tutte le pagine e diventa un tutt’uno con la voglia di liberarsene, di scoprire il motivo di tanta apprensione. L’autrice riesce a coinvolgere il lettore in una sorta di soffocamento, di mancanza di aria. In una continua suspense, un’altalena tra dubbi e certezze, un boccheggiare tra una scena e l’altra alla ricerca di una verità che sembra sempre più lontana e confusa.

Ma trovano spazio anche i sentimenti. Primo fra tutti l’amicizia. Un dolce e tenero legame, forse non nel senso convenzionale del termine, ma comunque un affetto forte, che unisce due persone che si sono scelte, che decidono di condividere un percorso e danno vita a una serie di emozioni capaci di sconfiggere perfino la morte.

Ci sono tanti modi di essere amici e Priscilla rappresenta uno di questi. Una persona su cui puoi contare. Sempre. E questa è la migliore dimostrazione che un’amica possa offrire.

Rachel si rende conto che un passato che credeva felice, in realtà è torbido, un periodo in cui nessuno è sincero e tutti nascondono scheletri che lei con tanta sofferenza deve fare uscire dall’armadio per vincere le paure, per capire come si sono svolti i fatti e soprattutto per ricominciare a vivere.

Un thriller incalzante, dove ogni pagina può portare la tensione alle stelle in un susseguirsi di colpi di scena. Un puzzle da comporre, ma le tessere non sempre saranno quelle giuste e obbligheranno Rachel a ricominciare da capo, a osservare i tasselli da un’altra prospettiva.

Un libro di rinascita, di esortazione a sconfiggere le proprie paure e i demoni, un incentivo a considerare il perdono come una possibile alternativa a una vita fatta di angosce e di miseria per arrivare alla consapevolezza di non avere più “segreti”, ma solo legami autentici.

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