I delitti della Rotonda
Un affermato imprenditore orafo viene trovato ucciso a colpi di spranga a Vicenza, di fronte l’ingresso della palladiana villa Capra, detta la Rotonda. La vittima gestiva insieme ai fratelli un’affermata azienda orafa, Gold Eagle, titolare di prestigiosi marchi e di diverse sedi estere. Le indagini sono condotte da un giovane Sostituto Procuratore, Giulia Clementi e dal maresciallo Gianni Baricco. Dai primi accertamenti emerge che l’azienda stava attraversando una pesante crisi finanziaria. Inoltre, viene alla luce una relazione che la vittima intratteneva con una fidata collaboratrice, Elisa Donelli. Costei è sposata, ma si è separata legalmente, pochi giorni prima del delitto, dal marito Giancarlo Zorzi, potente direttore della sede di Vicenza di un’importante banca. I sospetti vengono indirizzati tranquilla sia verso i parenti della vittima che nei confronti di Giancarlo Zorzi. Si scopre che proprio quest’ultimo aveva deciso, qualche giorno prima dell’omicidio, di non concedere più alla Gold Eagle né affidamenti, né altri prestiti d’oro. Le indagini si allargano fino a comprendere un misterioso finanziere giapponese, Sadao Yoshida, legato alla yakuza, consulente finanziario dell’azienda dei Rigoni, anch’egli innamorato di Elisa Donelli. Un intreccio avvincente, leale, senza trucchi, ambientato in una Vicenza affascinante, malinconica e inquieta.
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Il romanzo di esordio di Francesco Di Bartolo ci introduce al mondo dei due protagonisti della serie,  la giovane Sostituto Procuratore, Giulia Clementi e il maresciallo Gianni Baricco. In questo primo episodio, la sensazione di trovarsi ad affrontare qualcosa di inconsueto per una città di provincia contrasta la lucidità e la capacità organizzativa dei due protagonisti. Questi appaiono ben caratterizzati, così come lo sono anche gli altri personaggi coinvolti nella vicenda. Buona la capacità narrativa dell’autore che riesce a creare un intreccio attendibile e a strutturare le varie operazioni investigative in modo verosimile e intrigante. Unica pecca, a mio modo di vedere, è la discrepanza tra i possibili sospetti degli omicidi e i loro moventi : ciò non li rende mai veramente imputabili e così si sospetta da subito un colpo di scena finale che risulta tanto atteso quanto, a quel punto, scontato (non tanto nel colpevole, quanto più nella struttura del romanzo). Tuttavia il testo non perde mai di ritmo e di tensione e risulta gradevole alla lettura. A me ha ricordato, per alcuni tratti, lo stile di Simoni. In conclusione, ritengo che le premesse ci siano tutte e spero in una (naturale) evoluzione al meglio nei prossimi episodi.

Votazione : 3+1/2 / 5

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