Recensione a cura di Dario Brunetti
Una collana top come Piemonte in noir dedicata al romanzo di genere per un autore sempre apprezzato come il buon Maurizio Blini che con le Edizioni del Capricorno esce con il libro dal titolo I cattivi ragazzi.
Storie parallele in questo caso ambientate nel torinese che fanno parte di una realtà purtroppo a noi conosciuta, soprattutto quando vengono toccate delle tematiche molto forti, come la pedofilia e la pedopornografia e un’altra piuttosto spigolosa e di particolare rilievo come la corruzione.
Pertanto questa volta il lettore si calerà in un’atmosfera dai contorni più cupi con personaggi invisibili come il maniaco dei giardinetti, definito “ Il pretino” che si mimetizza forse , come apparente brav’uomo e invece è pronto a spiare esseri indifesi e di gente insospettabile sorpresa grazie a un avvistamento da parte di due ragazzi, testimoni di un evento che ha dell’incredibile.
Ma sappiamo bene che dei romanzi noir- polizieschi non bisogna svelare troppo e allora concentriamoci sui protagonisti di queste storie che l’autore affronta : i fratelli Stelvio.
Due uomini che rappresentano la legge, due poliziotti della squadra mobile che hanno un percorso di vita piuttosto contradditorio, forse due ribelli e rivoluzionari li definirei in questa maniera perché la loro scelta nella lotta al crimine è qualcosa che li ha messi fortemente in contrasto con il loro padre, un uomo autoritario che è stato un brillante e conosciuto avvocato e voleva che i suoi due figli seguissero la sua carriera fatta di successi e soddisfazioni.
Mentre uno dei due fratelli dieci anni più grande è in pensione e in piena crisi depressiva , l’altro invece è in piena attività e deve affrontare con due casi particolarmente scottanti.
Torino non è solo la città di eventi delittuosi, ma è anche protagonista di storie che impattano in una realtà a noi molto vicina, in modo incisivo e, l’autore con scrittura lineare e al tempo stesso chirurgica, riesce a dosare perfettamente i giusti elementi tratteggiando con cura anche personaggi a dir poco complessi, focalizzandoli con la necessaria attenzione e dando loro un quadro psicologico assai rilevante.
Questo romanzo è l’ennesima conferma delle abilità narrative di Blini, infallibile nel confezionare trame poliziesche, due indagini che vedranno i fratelli Stelvio anche confrontarsi con situazioni particolarmente delicate con le loro complicazioni nascoste dietro l’angolo, come se la vita non bastasse a mettersi a loro di traverso.
Non è mai facile per un autore analizzare storie con tematiche che andrebbero maneggiate con cura e con la giusta serietà se pur si tratti di in un’opera di fantasia ( con fatti non realmente accaduti), e Blini è riuscito in un qualcosa di particolarmente complesso e difficile facendolo con la consapevolezza di saper toccare le giuste corde, seppur tese, soprattutto quando il male più oscuro imperversa impossessandosi delle vite altrui.
Un romanzo intelligente e piuttosto ficcante che vede protagonista una città come Torino, dove il tempo non sembra essersi mai fermato ed è opportuno calare il sipario definitivamente su delle vicende che nascondono più di un segreto.