I cani di via Lincoln è veramente un bel libro. Dovreste leggerlo.
La recensione in realtà è tutta qui. Potrei fermarmi, avrei fatto il mio dovere di lettore. C’è però qualcosa in più da dire su questo Noir in cui la la tecnica narrativa si fonde alla cronaca generando un romanzo talmente verosimile da sembrare vero. Mentre lo si legge? No anche una volta terminato.
I personaggi ti rimangono dentro, i sentimenti provati durante la lettura (impotenza? Brivido o meglio orrore?) hanno talmente pervaso l’animo che basta rivedere la copertina perchè tutto torni a galla. Lo stile di Pagliaro è diretto, crudo, senza fronzoli. Le immagini che descrive sono nitiide, chiare, lampanti. E sono forti.
Quando alla televisione ascolti una notizia simile a quello che racconta Pagliaro, Palermo appare una città lontana, la Mafia un’entità indefinita. Questo romanzo restituisce a pieno invece tutte le sensazioni che ruotano attorno ad un increscioso fatto di cronaca sia dalla parte delle guardie e cha da quella dei ladri, restituendo un quadro tridimensionale della vicenda. A questo si aggiunga che, prendendo immancabilmente le parti di uno piuttosto che dell’altro personaggio, si rivivono paure insite nell’animo umano, anche se nell’angolo più nascosto.
Pagliaro arriva proprio lì con la sua penna. E le ricaccia fuori.