Gli occhi invisibili del destino
Eilis Rush ha occhi molto particolari: verdi, striati di grigio, giallo e blu notte, ma soprattutto nascondono un segreto. Lei è una giovane studentessa diciassettenne che, dopo un incidente automobilistico, dove i suoi genitori hanno perso la vita, dall’America è venuta a vivere a Roma. Va a stare da sua zia Clara che gestisce il negozio esoterico “Filincanto”. Eilis ha un’amnesia parziale a causa del trauma subito e non riesce a ricordare molti dettagli del suo passato, in compenso ha strane e inquietanti percezioni, così sua zia la porta da uno psichiatra. In sala d’attesa, Eilis legge su un giornale che a piazza Barberini, nella fontana del Tritone, è stato rinvenuto il cadavere di una donna. Inizia così una strana e straordinaria avventura che la vede collaborare con Luca Marra, giovane poliziotto, per scoprire cosa si cela dietro una misteriosa serie di delitti dalle connotazioni esoteriche e, al tempo stesso, conoscere la verità sulla propria storia, sulla morte dei suoi genitori, sulle sue strane visioni e, magari, scoprire l’amore.
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È difficile definire il genere degli Occhi invisibili del destino, un romanzo dalle molteplici sfaccettature.

Potrebbe inserirsi tra la narrativa grazie a una descrizione delicata e dolcissima di una storia d’amore; non mancano omicidi e indagini alla ricerca del colpevole, che lo possono collocare tra i thriller; ma a mio avviso l’esoterismo e il paranormale sono i cardini sui quali si basa la trama, tanto da poterlo considerare un fantasy.

Con una narrazione in terza persona Silvia Casini ci accompagna alla scoperta di Roma, con descrizioni accurate e particolari messe in risalto grazie a uno stile di scrittura scorrevole e a dialoghi ben costruiti.

È evidente che l’autrice, oltre a conoscere profondamente e nel dettaglio la capitale, ha grande competenza anche per quanto riguarda i fenomeni esoterici.

La protagonista femminile del romanzo è Eilis, una ragazza di diciassette anni, rimasta orfana si trasferisce da New York a Roma a casa di zia Clara.

Una nuova vita, un nuovo inizio non facile per la ragazzina che, quasi sempre, si sente fuori luogo e soprattutto fuori dal coro. Questa sensazione viene amplificata quando Eilis si rende conto della sua diversità.

Inizia così un viaggio introspettivo alla ricerca di risposte che dovrà trovare per sconfiggere i demoni che abitano in lei. Una ragazza diversa che deve accettare e imparare a convivere con una realtà che le fa paura.

E saranno proprio le paure che dovrà combattere. Dovrà lottare contro il buio,  sapendo che nasconde insidie e ansie, ma con la consapevolezza che solo sconfiggendo dubbi e sospetti, potrà arrivare a conoscere la verità e che, solo allora, potrà distruggere tutti i fantasmi e le ossessioni per essere davvero libera.

Lungo il suo cammino Eilis incontrerà personaggi bizzarri e improbabili, che accentuano maggiormente l’appartenenza al genere fantasy, pronti ad aiutare la ragazza indicandole la strada da seguire e guidandola con preziosi consigli.

A causa dello shock per la morte dei genitori Eilis ha perso la memoria e tutta la sua vita rimane sospesa a causa di questa perdita. E la stessa  sensazione attraversa il romanzo: una continua attesa di qualcosa, un fluttuare continuo alla ricerca di una verità che verrà svelata solo nel finale.

Gli occhi invisibili del destino è un’opera piena di magia, di mistero e di destino; proprio come la vita.

Mi permetto solamente di fare una piccola critica al finale: è descritto in modo troppo frettoloso, mancano quelle rifiniture che lo renderebbero pieno della suspense tipica di un  thriller. Inoltre la decisione di non addentrarsi nei particolari e raccontare il finale, senza mostrarlo, stride con la parte precedente del romanzo scrupolosamente dettagliata.

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