È difficile definire il genere degli Occhi invisibili del destino, un romanzo dalle molteplici sfaccettature.
Potrebbe inserirsi tra la narrativa grazie a una descrizione delicata e dolcissima di una storia d’amore; non mancano omicidi e indagini alla ricerca del colpevole, che lo possono collocare tra i thriller; ma a mio avviso l’esoterismo e il paranormale sono i cardini sui quali si basa la trama, tanto da poterlo considerare un fantasy.
Con una narrazione in terza persona Silvia Casini ci accompagna alla scoperta di Roma, con descrizioni accurate e particolari messe in risalto grazie a uno stile di scrittura scorrevole e a dialoghi ben costruiti.
È evidente che l’autrice, oltre a conoscere profondamente e nel dettaglio la capitale, ha grande competenza anche per quanto riguarda i fenomeni esoterici.
La protagonista femminile del romanzo è Eilis, una ragazza di diciassette anni, rimasta orfana si trasferisce da New York a Roma a casa di zia Clara.
Una nuova vita, un nuovo inizio non facile per la ragazzina che, quasi sempre, si sente fuori luogo e soprattutto fuori dal coro. Questa sensazione viene amplificata quando Eilis si rende conto della sua diversità.
Inizia così un viaggio introspettivo alla ricerca di risposte che dovrà trovare per sconfiggere i demoni che abitano in lei. Una ragazza diversa che deve accettare e imparare a convivere con una realtà che le fa paura.
E saranno proprio le paure che dovrà combattere. Dovrà lottare contro il buio, sapendo che nasconde insidie e ansie, ma con la consapevolezza che solo sconfiggendo dubbi e sospetti, potrà arrivare a conoscere la verità e che, solo allora, potrà distruggere tutti i fantasmi e le ossessioni per essere davvero libera.
Lungo il suo cammino Eilis incontrerà personaggi bizzarri e improbabili, che accentuano maggiormente l’appartenenza al genere fantasy, pronti ad aiutare la ragazza indicandole la strada da seguire e guidandola con preziosi consigli.
A causa dello shock per la morte dei genitori Eilis ha perso la memoria e tutta la sua vita rimane sospesa a causa di questa perdita. E la stessa sensazione attraversa il romanzo: una continua attesa di qualcosa, un fluttuare continuo alla ricerca di una verità che verrà svelata solo nel finale.
Gli occhi invisibili del destino è un’opera piena di magia, di mistero e di destino; proprio come la vita.
Mi permetto solamente di fare una piccola critica al finale: è descritto in modo troppo frettoloso, mancano quelle rifiniture che lo renderebbero pieno della suspense tipica di un thriller. Inoltre la decisione di non addentrarsi nei particolari e raccontare il finale, senza mostrarlo, stride con la parte precedente del romanzo scrupolosamente dettagliata.