Quando si smette di essere figli? Sono d’accordo con Enrico Galiano, mai. Scrive Galiano…: “Anche un padre può essere scelto. Io scelsi il mio, un minuto prima di perderlo. E da quel momento capii che sarei stato figlio per sempre.“
La perdita di un genitore ti porta a fare i conti con l’essere figlia/figlio. A pensare a chi si è e se questo essere figlia/figlio è più in continuità o in contrapposizione al proprio genitore.
È una storia in parte autobiografica quella raccontata, penso che sia e sia stata una storia difficile da raccontare. Il protagonista è Pietro, che cresce senza un padre, che ne sceglie uno, Paco. Il racconto è in prima persona e Pietro racconta di sé. È in vacanza con moglie e figlio in Croazia, una telefonata lo fa accorrere al capezzale di Paco, a Tenerife, con il quale non si sente da undici anni.
Inizia quindi un lungo viaggio nel quale ripercorre la sua infanzia, i ricordi del padre, Nando, che se n’è andato lasciandolo con la madre, quelli di Paco che sarà al suo fianco insegnandogli molto. È un viaggio doloroso, intimo, che porta a galla le fragilità nascoste. Pietro è un uomo che non chiede aiuto, non è un duro senza cuore ma ha capito fin da bambino che è meglio cavarsela da soli.
La geografia del titolo è la mappa che Pietro compone, fisicamente, nell’ atlante autoprodotto da ragazzino che porterà nel suo viaggio, e mentalmente, rielaborando la sua storia mentre si svolge il viaggio perché come gli aveva detto Paco: …”Quando studi i paesaggi studi anche le persone, perché le persone sono paesaggi.”
È anche la professione di Pietro che, la geografia, la insegna all’università, ma è anche il viaggio fra i sentimenti che Pietro compie, viaggiando fisicamente per raggiungere Paco. Mentre fa i conti con il suo passato e con il suo presente Pietro ci fa entrare nella sua vita da bambino, nel suo richiudersi, nel suo fare finta, assieme alla mamma, che non sia successo niente, che il padre non sia mai esistito. Lo stile è leggero e l’ho trovato un bene per gli argomenti che affronta. Chiunque può sentirsi partecipe e capire lo stato d’animo di Pietro.
Scrittura lineare, semplice, facile da leggere ma allo stesso tempo potente e evocativa, non lascia indifferenti, lettura intensa, toccante e coinvolgente, fa riflettere.